Gli manca solo il gol. Sì, solo quello. Per il resto Marek Hamsik ha ritrovato tutto: forma fisica, lucidità, entusiasmo, voglia di divertirsi. Ieri pomeriggio si è improvvisato persino commesso. Durante la visita all’Official Store del Napoli alla Stazione Centrale si è piazzato al di là del banco e ha consegnato agli acquirenti-tifosi le maglie da lui autografate, cappellini, gadget vari. Figurarsi la gioia dei tanti fan che hanno potuto anche immortalare il momento con foto-ricordo.
Sorrisi, strette di mano, e infiniti complimenti per la bella prestazione fornita con la Juve. Del resto, già al momento della sostituzione, domenica notte, il pubblico del San Paolo aveva avuto modo di sottolineare la bella prova offerta da Hamsik. Una standing ovation senza precedenti. E tutto lo stadio a cantare, “Marek-Marek”. Segno evidente che il pubblico partenopeo non aveva mai smesso di credere in lui. L’aveva aiutato nel momento di difficoltà. Incoraggiato. E non aspettava altro che rivederlo all’opera, come ai bei tempi, per applaudirlo.
Hamsik è ritornato il golden boy ammirato nei sette anni di militanza in azzurro. Reattivo, determinato, ispirato. Ed era riuscito anche a sbloccarsi se uno dei collaboratori di Orsato non avesse segnalato una sospetta posizione di fuorigioco. Poi ci è voluto uno stratosferico Buffon a negargli la gioia del gol. Ma Hamsik ha dimostrato di essersi messo alle spalle tutto il periodo buio. Ha giocato a livelli altissimi. E ha smentito chi sosteneva che il suo black out dipendesse da ragioni esclusivamente tattiche. Ora gli manca solo il bersaglio personale. L’ultimo suo centro risale alla sfida casalinga con il Catania, 2 novembre 2013. Cinque mesi di digiuno. Una vita per uno abituato ad arrivare sempre in doppia cifra. Ma il momento fatidico è vicino. A Torino e a Catania si è prodotto in due assist per i compagni. Con la Juve, ha incrociato un portiere straordinario sulla sua strada. E ora sotto con il Parma, un avversario che ha già trafitto due volte al Tardini e in entrambe le occasioni il Napoli ne è uscito vittorioso: Parma-Napoli del 13 marzo 2011, 1-3 (Hamsik, Lavezzi e Maggio); Parma.Napoli del 27 gennaio 2013, 1-2 (Hamsik, Cavani). Non c’è due senza tre. Anche il proverbio è dalla sua parte.
LA RINASCITA. Lo slovacco ha vissuto la parentesi più brutta della sua carriera. Mai era stato fermo tanto tempo per infortunio (due mesi e mezzo). E mai un digiuno così lungo. Ha sofferto non poco anche dal punto di vista psicologico. L’ infortunio, capitato dopo l’esclusione con la Slovacchia dal Mondiale. E nel momento in cui il Napoli s’apprestava a compiere lo sforzo maggiore per restare in Champions e non perdere terreno dal secondo posto in classifica. Ma ha saputo stringere i denti e ha trovato le condizioni migliori per riprendersi. L’allenatore, innanzitutto. Benitez non ha mai smesso di stimolarlo e né lo ha accantonato, neanche nei momenti peggiori. Il tecnico spagnolo sapeva che prima o poi avrebbe ritrovato quel calciatore che in avvio di stagione gli aveva risolto più di una gara, realizzando sei gol nelle prime undici giornate. E poi il pubblico di Napoli. Per i tifosi, Hamsik è un figlio adottivo. L’hanno visto esplodere in A e maturare anno dopo anno. E ne hanno apprezzato l’attaccamento alla maglia, nonché i valori morali che si porta dentro. Un professionista educato e compito. Degno di ereditare la fascia di capitano lasciata da Paolo Cannavaro. Un beniamino della folla, specie dopo aver rifiutato il passaggio al Milan e soprattutto per non aver mai creato problemi di ingaggio o manifestato propositi di andare a giocare altrove.
TUTTO E’ POSSIBILE. Dopo la prestazione con la Juve e la vittoria che ha rallegrato tutti, Marek si è convinto che il Napoli può coltivare anche ambizioni in questo finale di campionato, oltre a puntare alla conquista della Coppa Italia di cui lui fu già protagonista nella finale dell’Olimpico di due edizioni fa. Sul proprio sito internet ha scritto: «La vittoria con la Juve ha confermato che siamo una squadra con dei valori tecnici importanti. Nel primo tempo di quella partita siamo stati nettamente migliori di loro. Un mio gol? La cosa importante è arrivare al successo come squadra. E per il secondo posto, tutto è ancora possibile. Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità. Mancano ancora sette partite al termine e vedremo cosa succederà tra la Roma e il Parma. Dispiace aver perso un sacco di punti per strada, peraltro contro squadre che si trovano dietro di noi in classifica». E una di queste fu proprio il Parma al San Paolo nella gara d’andata. E’ giunto il momento della rivincita, quei momenti che tanto piacciono ad Hamsik.
FONTE Corriere dello Sport