L’avevamo chiesto proprio in questi lidi (leggi qui https://www.spazionapoli.it/2014/04/07/non-si-puo-rinunciare-mertens/). Non c’erano dubbi che Benitez, il primo a puntare fortissimo sul classe 87 di Lovanio insieme al direttore Riccardo Bigon, condividesse a pieno questo punto di vista. Smaltiti gli acciacchi che ultimamente l’avevano tormentato influendo sul suo minutaggio, ma non compromettendone il rendimento, Dries Mertens ha guidato gli azzurri a questa vittoria partendo dal primo minuto, impiegato quest’oggi nella posizione abituale di Josè Callejon. E’ questa la nota che fra tutte stupisce maggiormente del numero 14 azzurro, lo spaziare in qualsiasi posizione dello scacchiere offensivo del tecnico garantendo sempre qualità e personalità a profusione.
Nella vittoria casalinga con la Lazio c’è tutto il repertorio di un giocatore che rappresenta senza dubbio una delle note più positive della rivoluzione che ha coinvolto la rosa azzurra quest’anno, una saetta imprendibile da fuori area a raddrizzare una partita che sembrava prendere una piega non semplicissima, e l’inserimento bruciante con cui guadagna un rigore, con espulsione di Cana, che indirizza la sfida su binari definitivi. Il tutto intervallato da giocate sempre pericolose ed un preziosissimo lavoro difensivo. Una costante spina nel fianco per gli avversari, un gioiello che portato a Napoli dalla dirigenza azzurra sotto semaforo ed a cifre contenute (9,5 milioni di euro ndr), ha ormai raddoppiato il suo valore divenendo un uomo chiave di questa squadra.
Un plauso quindi a Bigon e il suo scouting che l’hanno pescato dopo averlo monitorato dai tempi delle sfide di Europa League contro l’Utrecht, e complimenti a Benitez per aver gestito benissimo un giocatore che ad oggi rappresenta uno dei maggiori patrimoni di questa società. Un ragazzo che ha sempre manifestato un amore viscerale per la piazza e per questa città, e permettete non guasta mai. Mertens e Napoli stregati l’uno dall’altra, in una storia ancora tutta da scrivere.
Edoardo Brancaccio
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