Nessuna nostalgia di Cavani. Napoli più prolifico con Higuain

Il primo Napoli marchiato Rafa Benitez si è distinto per un’entusiasmante anima offensiva che ha incontrato pochi rivali in Italia e ha saputo affermarsi anche oltre confine. Orfana di un attaccante prolifico quale Edinson Cavani, partito alla volta della Francia alla ricerca di lidi migliori (ma sembra non averli trovati), la squadra azzurra è stata capace di recepire subito i dettami tattici del nuovo tecnico che ha ridistribuito il potenziale offensivo in più unità non accentrando il fulcro del gioco sulle spalle di un singolo calciatore. Ne hanno beneficiato all’istante i nuovi arrivati Callejon, Mertens e il colpo ad effetto (rivelatosi poi di pura sostanza) Gonzalo Higuain.

La macchina offensiva messa in moto da Benitez si è rivelata quasi perfetta: il tecnico spagnolo è riuscito in un’operazione complicata e difficilmente prevedibile a priori: l’attacco del suo Napoli è risultato essere più prolifico di quello guidato dal centravanti uruguaiano, ora al PSG, fatto esplodere da Mazzarri. Alla festa del gol hanno partecipato quasi tutti, in primis il Pipita. L’argentino ha dovuto combattere un certo scetticismo iniziale a scapito del suo nome già affermato e di numeri in maglia Real Madrid in grado di parlare da soli.

Sono 25 i gol messi a segno dal numero 9 azzurro che ha saputo coniugare l’egoismo e la famelica voglia di gol caratterizzate di un centravanti con una spiccata propensione nel coadiuvare i compagni. Se non stupisce il numero di centri, è sorprendente quello degli assist: per ben 12 volte il Pipita ha fornito l’ultimo passaggio vincente, dimostrando doti tecniche paragonabili ad un regista.

E’ bastato poco ad Higuain per conquistare il San Paolo. Di certo la terra di origine, l’indiscusso legame viscerale che lega partenopei e argentini ha giocato un ruolo importante. Con il senno di poi, la scelta di puntare sull’ex blancos quale sostituto di Cavani, preferendolo a profili come Gomez e Dzeko, si è rivelata spudoratamente azzeccata.

Non solo Higuain ha mantenuto alta la percentuale realizzativa del suo predecessore, ma ha dissipato la comprensibile nostalgia dell’uruguaiano sfoderando numeri e visione di gioco sconosciuta al Matador.

Antonio Allard

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