ESCLUSIVA SN, Alberto Caccia: “Il Napoli è in fase di assestamento per il futuro ma la stagione è più che positiva. Oggi ad Udine serve continuità e qualità”

Definirlo in una parola è quasi impossibile: Alberto Caccia non è solo un cantautore e musicista di enorme bravura e talento ma in particolar modo portatore in Italia, in Europa e nel Mondo di sana napoletanità e grandissimo appassionato ed intenditore di calcio e del Napoli. Non solo canto e musica con un repertorio di canzoni inedite di straordinaria bellezza ma anche tanta radio ed esperienze internazionali importanti, come il disco d’oro in Uruguay nel 2011. Oltre il lato più serio e professionale, c’è spazio anche per quello goliardico: sono ormai note le sue parodie di canzoni rivisitate per i giocatori partenopei come “Marekiaro Style”, “Mamma mà” o l’ultima a livello temporale “Juventì” sulle note della famosissima “Let it be”, per celebrare la bella vittoria del Napoli al “San Paolo” contro la capolista Juventus. Insomma, un curriculum davvero come pochi per un ragazzo umile, brillante e di talento che ha chiacchierato con SpazioNapoli proprio del presente e del futuro della squadra di Rafa Benitez in vista del rush finale tra campionato e Coppa Italia.

Il Napoli ha cambiato tanto rispetto alla scorsa stagione, come giudichi fino a questo momento il campionato degli azzurri?
“Dopo l’addio di Mazzarri lo scorso anno, il Napoli ha subìto una vera rivoluzione targata Benitez. Non era facile ricominciare in quarta con un nuovo tecnico, una nuova squadra e dopo la cessione di un fuoriclasse come Cavani. Il club di De Laurentiis ci è riuscito al meglio, plasmando un’ottima squadra anche in ottica futura, ottenendo risultati davvero molto positivi. Sono tra coloro che guardano sempre il bicchiere mezzo pieno, certi che il Napoli stia in un anno di assestamento: mi aspettavo una stagione come quella dell’ultima Champions, ricca di alti e bassi e con un quinto-sesto posto finale in classifica, con l’incognita della finale di Coppa Italia. Invece siamo al terzo posto dopo una Champions da incorniciare, una buona Europa League ed una Coppa da conquistare, abbiamo già più punti dello scorso anno e giocatori che meritano soltanto il nostro plauso”.

Quanto influirà sul giudizio di tutta la stagione il risultato della finale di coppa Italia?
“So che influirà molto e voglio pensare che tutto andrà come speriamo ma io sono tra coloro, forse in netta minoranza rispetto la maggior parte dei tifosi, che anche in caso di sconfitta sarebbe ancora convinto che questa sia stata un’ottima stagione. Ovvio poi che il prossimo anno dovrà essere quello della consacrazione definitiva: la gente si aspetta lo scudetto ed un bel cammino in Europa, insieme ovviamente ad un mercato di qualità”.

Quanto influiranno invece secondo te i preliminari di Champions per il mercato futuro e la prossima stagione?
“Beh, sicuramente tanto, è inutile negarlo. La vera sfortuna non sono tanto i preliminari ma la sincronia con il Mondiale. Nonostante ciò, credo che Bigon e De Laurentiis abbiano già studiato a tale riguardo un buon piano, acquistando a giugno probabilmente alcuni giocatori che non andranno in Brasile. Dobbiamo aspettarci il colpo a sorpresa alla Higuain per intenderci e parecchi rinforzi di livello medio alto, in attesa di consacrazione proprio sotto l’ombra del Vesuvio, così come avvenuto per Mertens ad esempio. Sono fiducioso, poi si sa, il presidente ci ha sempre abituati a grandi soprese e capovolgimenti”.

Quale sarà la chiave per vincere il match di oggi contro l’Udinese?
“Prima di tutto sarà necessario non commettere gli stessi errori della gara contro il Parma. Li vedo due impegni quasi gemelli e spero che Reina e compagni possano aver imparato da quel passo falso, dimostrandolo in campo ad Udine. Mancheranno Mertens ed Higuain è vero, ma mi sento di dare fiducia a Duvan Zapata. Non lo considero “un bidone” come alcuni dichiarano, anzi, vedo in lui ottime potenzialità. Credo abbia soltanto bisogno di fiducia e continuità, magari andando in prestito il prossimo anno in un club con meno pressioni e che abbia obiettivi diversi da raggiungere. Ne approfitto per fare un plauso personale ad Higuain: non so come facciano ancora a criticarlo, sta disputando una prima stagione in azzurro davvero ottima e spero che possa attentare anche alla vetta della classifica dei marcatori. Sarebbe una bella soddisfazione”.

Focus sulla difesa, da chi ripartiresti il prossimo anno?
“Più che da cambiare, ci sarà da rinforzare. Confermerei in blocco i due centrali Fernandez ed Albiol, entrambi indiscussi protagonisti delle gare dei partenopei. Se Albiol proveniva comunque dal Real Madrid ed è stato una conferma, l’argentino è cresciuto tantissimo collezionando prestazioni davvero al top. Discorso a parte per Reina: l’anno prossimo si deve assolutamente ripartire da lui. E’ un professionista come pochi ed un leader incredibile, meriterebbe persino la fascia di capitano. Fossi Benitez, la darei o al portiere spagnolo o proprio ad Higuain: anche il Pipita ha dimostrato di tenere tanto alla causa azzurra, trascinando e caricando molto spesso i compagni in campo, arrabbiandosi e mettendoci sempre cuore e grinta”.

Ed il centrocampo?
“E’ il reparto che quest’anno mi ha deluso di più, il vero anello debole secondo me. Benitez ha bisogno di giocatori più tecnici e che sposino al meglio il suo ruolo senza adattarsi troppo e snaturarsi, così come avvenuto con Behrami, Inler ed anche Dzemaili. Credo proprio che il blocco svizzero andrà via o almeno due dei tre che lo compongono. Purtroppo, è più un problema di tattica che di uomini: sono sicuro che nella mediana della Juve insieme a Pirlo e Pogba, un giocatore come Inler farebbe faville. In tal senso bisogna lavorare molto sul mercato in estate, in modo da accontentare il tecnico ed aggiungere al contempo esperienza e qualità alla rosa ed a quel reparto, che al momento vanta comunque un ottimo giocatore quale Jorginho”.

Quali sono quindi le priorità per questo rush finale azzurro?
“Prima di tutto dimostrare maturità e continuità anche contro le squadre più piccole, arrivando alla finale di Coppa Italia pronti e carichi. Non dimentichiamo che prima del 3 maggio ci sarà anche il big match a San Siro contro l’Inter che vedrà in panchina due rispettivi ex che giocheranno entrambi con il coltello tra i denti. Prima di tutto quindi grinta e carattere quindi a livello psicologico per disputare al meglio l’importante gara secca contro la Fiorentina e blindare matematicamente il terzo posto. Una volta poi archiviata la Coppa e terminato il campionato, si dovrà subito programmare al meglio un futuro all’insegna della qualità, della continuità e del successo”.

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