Chi vi scrive (o vi parla, come preferite) non riesce proprio a tollerare la continua lite a distanza tra Mourinho e Benitez. Devo dirvi la verità, nutro un’incredibile stima per entrambi gli allenatori, tanto vincenti quanto diversi, sia nel carattere che sul terreno di gioco. Vederli ogni tanto (spesso ultimamente) lanciarsi frecciate infuocate a distanza non è uno spot piacevole per il calcio, sport nel quale troppo spesso viene dimenticato il rispetto per l’avversario.
Come vi dicevo, adoro entrambi nonostante le loro diversità: sicuro di sé e scontroso il portoghese, sempre allegro e pronto al dialogo lo spagnolo. In campo, il primo predilige l’equilibrio, mentre il secondo ha nell’attacco il suo credo indistruttibile. La carriera di entrambi vanta numeri da capogiro: 2 campionati spagnoli, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Community Shield, 1 Supercoppa italiana, 2 Europa League, 1 Champions League, 1 Supercoppa europea ed un Mondiale per club per Benitez, mentre Mourinho vanta 2 campionati portoghesi, 1 coppa di Portogallo, 1 Supercoppa di Portogallo, 2 Coppe di lega inglese, 2 Premier League, 1 Community Shield, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Supercoppa italiana, 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, , 1 Coppa di Spagna, 1 Liga, 1 Supercoppa di Spagna, 1 Europa League e 2 Champions League per Mourinho.
Tuttavia, se dovessi per forza scegliere tra i due, opterei per Benitez. Non perché è l’allenatore della squadra del mio cuore, ma perché più si avvicina ad un’idea di calcio spettacolo. Avete visto Atletico Madrid-Chelsea ieri sera? Mediaset ha così titolato alla fine del match: ” La grande Mouraglia “. Ebbene sì, come già successe ai tempi di Barcellona-Inter, anche in questa semifinale Mourinho ha optato per un non gioco, ottenendo parzialmente il risultato sperato ma facendo al tempo stesso addormentare sul divano e sugli spalti gli appassionati di calcio.
Il credo di Benitez magari sarà più spregiudicato ma, alla lunga, può portare gli stessi risultati. Mou, il gran calcio non è catenaccio…
Antonio De Filippo