La retrocessione sul campo per i galletti baresi è stata mortificante per la squadra rivelazione del 2010, ma rischiare il tracollo definitivo è una ferita che non si può rimarginare. Il club di Vincenzo Matarrese è da circa cinque mesi che non paga gli stipendi. Solo undici “galantuomini” martedì si sono presentati all’Ispettorato del Lavoro per acconsentire al provvedimento spalma-stipendi che ha permesso al Bari di superare , almeno momentaneamente, la crisi economica: il risparmio per la società ammonta a circa due milioni di euro. Il dg Garzelli precisa che questa somma accantonata è fondamentale perché garantisce i requisiti minimi per l’iscrizione al prossimo campionato.
Uno degli uomini della svolta per le speranze di sopravvivenza del Bari, fuori dallo spazio verde, è stato il capitano Jean François Gillet, da dieci anni a Bari. Il portiere belga ha spiegato che “dare una mano al Presidente era il minimo, lo conosco bene e so che è una persona per bene e giustamente ha chiesto un favore. Era il minimo che potessi fare per lui”. Quello di Gillet è un gesto da vera bandiera del calcio, un esempio di fedeltà verso la città, un atto di stima reciproca. Intanto domenica c’è il derbissimo pugliese contro il Lecce, ma la politica della riduzione degli stipendi ha definitivamente rotto l’armonia nello spogliatoio. Infatti Barreto ed Almiron non hanno accettato tagli al loro ingaggio: la partenza dei due è ormai scontata.
Intanto il Bari si allena a porte chiuse perché ieri un centinaio di ultras ha interrotto la seduta pomeridiana di allenamento all’antistadio definendo molti giocatori ”mercenari” e li hanno minacciati di ritorsioni nel caso non vincano domenica prossima il derby casalingo con il Lecce . Nel momento di massima tensione della poco pacifica invasione di campo, il difensore Belmonte ha ricevuto uno schiaffo da uno dei facinorosi. La situazione non è degenerata grazie al pronto intervento degli agenti della Digos.
Alessandro D’Auria