La torta dei diritti Tv pesa circa 1000 milioni di euro, il problema è come tagliare le fette di questo gustosissimo piatto. C’è chi vuole che venga seguito il modello inglese, ossia quello che prevede una ripartizione monetaria in base alla classifica conquistata sul “campo”, c’è chi fa affidamento al bacino d’utenza mediante una sofisticata misurazione demoscopica del tifo.
Lo scontro e tra le 5 big (Juventus, Inter, Milan, Roma e Napoli) che godono del favore del “potere dei grandi numeri” e le altre medio-piccole società, le “peones” rivendicano il pari diritto nella divisione dei proventi economici. L’ago della bilancia? Il presidente della Lega di A Maurizio Beretta, il quale ha proposto di vincolare i contratti a un periodo di trattativa per una soluzione condivise, votando di fatto a favore per le piccole società.
Galliani e Paolillo per una volta si sono trovati d’accordo nel ritenere sbagliata la posizione di Beretta: “Se ne assumerà le responsabilità anche patrimoniali – ha detto Galliani, che ha poi continuato – Smentendo se stesso, dopo essersi astenuto nell’ultimo consiglio, ora si è schierato con una delle parti”. Ancora più dura la reazione di Andrea Agnelli che minaccia una sorta di “uscita dalla Lega”. Dall’altro canto le “peones” capitanate dal duo Cellino-Lotito la decisione del presidente della Lega di A appare “sacrosanta”.
La conclusione dello scontro? Una possibile rottura porterebbe alla creazione di una fantascientifica seconda lega con relativo campionato. La battaglia proseguirà fino ai tribunali, ribadisce Galliani. La posizione dei grandi club è chiara: inibire qualsiasi atto esecutivo di quella delibera.
Alessandro D’Auria