I fantasmi del calciomercato del passato, tra voli pindarici e illusioni di grandi campioni mai approdati

Quante storie si sono intrecciate lungo la strada del Napoli. Si potrebbe asserire che di cento nomi dichiarati, due o tre in percentuale si sono poi realmente rivelati veritieri e sono approdati in maglia azzurra. Ogni anno, in sede di calciomercato, c’è l’usanza per i giornalisti di elargire lunghe liste di nomi di calciatori delle più disparate nazionalità, provenienti da categorie inferiori o da grandi club, pronti per firmare e abbracciare l’azzurro, puntualmente però dimenticati dopo qualche giorno e relegati nel registro dei “dimenticati” a cui è stata aggiunta la voce “azzurri per qualche tempo”, ma che non hanno poi mai davvero indossato la gloriosa maglia del Napoli, illudendo centinaia di migliaia di tifosi, ove mai fossero appartenuti alla categoria dei “campionissimi”. E’ proprio sui grandi nomi accostati al Napoli che ci piace fare un breve seppur dettagliato viaggio attraverso le tappe delle illusioni, illustrando brevemente i passaggi che videro protagonisti grandi calciatori che sembravano ad un passo dal vestire l’azzurro, ma che poi, per svariati motivi, hanno solamente infranto i cuori di tantissimi tifosi partenopei.

rossiPartendo da un passato lontano ma non troppo, uno dei ricordi più fervidi e cocenti relativi ad un mancato approdo in azzurro è sicuramente quello di Paolo Rossi, qualche anno prima di diventare il “Pablito” mondiale che porto l’Italia al trionfo nei mondiali ’82 in Spagna. Rossi nell’estate del ’79, disse no al Napoli. il presidente Ferlaino si accordò con il presidente  Farina, contratto di cessione di due miliardi e mezzo di lire. Tutto fatto, tutto a posto, tranne la volontà del giocatore. Rossi«non ero attratto dal progetto della società, non volevo essere solo un colpo di mercato e basta e nemmeno un’esca per attirare gli abbonati». Ricorda quando si presentò a Napoli per la prima volta con la maglia del Perugia e in 89mila la fischiarono dal primo all’ultimo istante della partita? «Me li ricordo benissimo quei fischi, fu una protesta clamorosa nei miei confronti però civile».

VIALLISul podio dei “grandi” entra di diritto anche Gianluca Vialli, che nel 1988 era praticamente del Napoli, se non avesse poi rifiutato personalmente il progetto. Ecco le parole di Ferlaino che qualche anno fa raccontò sulle pagine de “Il Mattino” come si svolse la trattativa: A giugno del 1987, all’insaputa di tutti,  avevo acquistato Gianluca Vialli dalla Samp. Era il 17 giugno, da un mese avevamo festeggiato il nostro primo scudetto e cercavo altri rinforzi. Avevo raggiunto l’accordo con il presidente Mantovani sul mio yacht, il Double G, al largo di Positano. Affare concluso, nonostante le cento smentite che eravamo costretti a fare quasi tutti i giorni. Non ricordo la cifra, penso tra i sette ed i dodici miliardi, come scrissero i giornali dell’epoca che parlavano della trattativa. Dopo la firma con Mantovani, feci chiamare al telefono Vialli per parlargli, ma lui si mostrò scontento, voleva restare a Genova, mentre io volevo in squadra solo giocatori che desideravano la maglia azzurra. Così strappai il contratto”. Il Napoli acquistò poi il brasiliano Careca, non certo l’ultimo arrivato, con ogni probabilità l’affare migliore per il Napoli di quei tempi, progettato per dare a Diego grandi calciatori di prospettiva, non certo prime donne che minacciassero la sua leadership.

mussi_baresi_romario_italia_brasile_getty-250x250Ad ogni modo un’altra “meteora” del mercato partenopeo, che ogni anno “funestava” le news quotidiane, era Romario, asso indiscusso ed in grado da solo di capovolgere le sorti di una squadra. Il mercato di riparazione del campionato 2001 sembrava essere quello buono, ecco cosa scriveva il sito di Raisport all’epoca (27 dicembre 2001): Romario, l’attaccante del Vasco da Gama, starebbe valutando un’ offerta di contratto da parte del Napoli. Il calciatore brasiliano, quest’anno miglior realizzatore del campionato con 21 gol, sarebbe in disaccordo con il suo club dal quale deve ancora ricevere 4 milioni di euro (poco meno di 8 miliardi di lire) e ieri ha disertato l’incontro previsto con il presidente del Vasco da Gama, Eurico Miranda, per trattare il rinnovo del contratto.

Qualche anno prima il Napoli si apprestava a concretizzare un mercato di successo per portare a Napoli i fasti di un tempo, il campionato ’97-98 si presentava come l’annata del riscatto, il momento giusto per costruire una rosa degna del blasone della società di Fuorigrotta che, ad inizio estate, sciorinò nomi altisonanti per l’attacco, individuato come il fulcro da cui partire per ottimizzare la struttura tecnico-tattica della squadra, ovviamente i nomi erano più di uno, ma ad un certo momento del calciomercato estivo gli goranvlaovic1Esnaiderazzurri sembravano aver individuato il trio delle meraviglie, il tris d’assi da calare per sbarcare il lunario e scardinare le difese avversarie. Il primo della lista era Ariel Ortega, all’epoca idolatrato quasi come l’attuale Messi, calciatore dall’estro magico e dalle doti “stile Maradona” (anche le movenze in campo lo ricordavano) ed i tifosi si strofinavano gli occhi alla vista del nome dell’asso argentino. Assieme col campione in forza al Valencia, un altro uomo di “Liga” interessava enormemente al progetto azzurro, si trattava di Juan Esnaider, seconda punta potente fisicamente e tecnicamente completo. A chiudere il cerchio la giovane punta croata Goran Vlaovic. qualche anno prima  in forza al Padova dove mise a segno 18 reti in due anni, all’epoca dell’interesse del Napoli arruolato anche egli nelle fila del Valencia, un attaccante veloce e intraprendente in grado di ottimizzare la fase d’attacco come pochi in quegli anni. Ortega-Esnaider-Vlaovic, purtroppo alla fine non arriverà nessuno dei tre, sorprendendo tutti con gli acquisti di Protti, Bellucci e Calderon, quest’ultimo oggetto misterioso per tutta la stagione. Quelle scelte contribuirono ad uno dei peggiori campionati che il Napoli abbia mai giocato nella storia della Serie A, con 14 punti all’attivo e tante brutte figure.

baggio_maradonaEvidentemente quegli anni hanno segnato, oltre alle sofferenze e le delusioni legate alle retrocessioni e alle gravi condizioni finanziare della società, anche il periodo più effimero per ciò che riguarda il calciomercato, infatti, nel 2000, un altro campionissimo sembrava ad un passo dal firmare per il Napoli, parliamo di quel Roberto Baggio che avrebbe realizzato il sogno di molti tifosi, nonostante il “divin codino” fosse qualche anno in là con l’età. Per riportare in auge la veridicità della trattativa e la relativa concretezza riportiamo l’articolo di “Repubblica” dove l’affare era tangibile e, soprattutto, con alte percentuali di fattibilità: 12 maggio 2000 — pagina 10 sezione: NAPOLI
Una certezza c’è già: sarà un acquisto boom, un colpo miliardario, di quelli che i tifosi azzurri hanno quasi smarrito nella loro memoria, la prima mossa della ricostruzione del Napoli. Tempo due settimane, se i risultati della squadra non tradiranno i programmi della società. C’è la promozione, un traguardo che ancora deve essere conquistato, al centro di tutto. Il verdetto del campo influenzerà lo sprint finale della trattativa tra Ferlaino e Corbelli: è slittato a lunedì prossimo il primo versamento da 50 miliardi di lire per l’ingresso nel club del patron di Telemarket. Un altro rinvio che non preoccupa i diretti interessati, ma che di certo non fa bene alla credibilità dell’intera operazione. S’è arrivati dal 30 aprile al 12 maggio. Tante promesse e niente soldi. Però sarebbe solo una questione di tempi, dilatati anche dall’incertezza sul ritorno in serie A, che sarà decisivo per conoscere il futuro di Walter Novellino. È più tranquillo, l’allenatore. Sa che vincendo può restare. La promozione è al centro di tutto. Soprattutto della ricostruzione nel settore tecnico. È già tempo di campagna acquisti, ma il Napoli ha le mani legate, almeno fino a quando non conoscerà finalmente che destino l’attende. Si conoscono gli uomini che dovranno collaborare con Ferlaino per costruire la nuova squadra: il direttore sportivo, Gigi Pavarese, e il consulente di mercato Alessandro Moggi. Si conosce anche il progetto a cui stanno lavorando: l’ingaggio di un campione, a cui sarà affidata la stuzzicante sfida di riconquistare i tifosi. Cinque i nomi finiti sul taccuino: da Zola a Weah, da Zalayeta a Ortega. E poi, in pole position, c’è Roberto Baggio, che l’altro ieri ha pubblicamente annunciato il suo gradimento per la maglia azzurra. «È un’idea molto suggestiva». Sposata subito dal procuratore del fantasista, Stefano Petrone. «Il Napoli ci interessa. Sarebbe una soluzione ideale per il futuro di Roby. Ma non c’è stato alcun contatto, con Ferlaino, che si fece vivo l’ultima volta tre stagioni fa, quando l’affare saltò in dirittura d’arrivo. Però la porta è aperta, purché si decida in due settimane~». Dipenderà soprattutto dal Napoli, accertata la sincera disponibilità di Baggio, che però non è interessato a giocare in serie B. È legato alla conquista della promozione in A, dunque, l’eventuale acquisto dell’ex stella della Nazionale. Subordinato, però, anche a dettagli economici tutt’altro che insignificanti. È di 4 miliardi netti a stagione l’ingaggio attuale del giocatore dell’Inter, che ha rotto con Lippi e il prossimo 30 giugno sarà svincolato dal club nerazzurro, quindi pronto a trasferirsi a parametro zero. L’investimento, però, resta abbastanza oneroso, tenendo conto in particolare dell’età non più giovane di Baggio: 33 anni già compiuti, probabilmente troppi per garantire più di un’altra stagione ad alti livelli. Pro e contro s’intrecciano complicando il rebus di Ferlaino, che è comunque deciso a perseguire il suo piano di un acquisto boom: la mossa vincente per restituire entusiasmo ai tifosi. Baggio è l’uomo giusto, in questo senso. E allora, aspettando che arrivino i 100 miliardi di Corbelli, l’alleato di Ferlaino può diventare la Diadora, che è il nuovo sponsor tecnico del club azzurro e di cui lo stesso Roberto Baggio è testimonial (proprio ieri pomeriggio ha girato uno spot, accompagnato dal suo procuratore Petrone). «Ma di Napoli non abbiamo discusso. E Roby, come tutta l’Inter, non può fare altre dichiarazioni: è in silenzio stampa. Quello che pensa, del resto, l’ha già detto due giorni fa». Che Napoli è il suo sogno. Mai così vicino a diventare realtà.

Tanti i sogni infranti, molti altri ancora sono stati i nomi dei “top player” che un attimo prima sembravano già arrivati all’ombra del Vesuvio, poco dopo invece svaniti come una bolla di sapone, buoni forse soltanto a montare un’attesa spasmodica di vedere finalmente un altro “trascinatore” in grado di riportare sorrisi e successi dove soltanto un uomo è stato in grado di realizzare tali gesta. Chi sarà il prossimo predestinato? Si spera vivamente che l’investito di tale arduo compito sia presente tra i “grandi nomi” già attualmente in squadra o magari in arrivo nelle prossime sessioni di mercato….ma questa volta che sia per davvero.

 

 

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