Edmundo, ex calciatore di Fiorentina e Napoli, ha rilasciato scioccanti dichiarazioni a Playboy in merito al malore che colpì Ronaldo prima della finale del Mondiale del 1998 disputata contro la Francia, non prima però di aver detto la sua su chi dei due era più forte sul terreno di gioco.
Tu eri meglio di Ronaldo nel 1997?
“Non solo nel 1997, ma per tutta la vita”.
Sei sicuro?
“Certo. Ho fatto il doppio dei suoi gol (in realtà Ronaldo 481 e Edmundo 344, ndr). Sono stato campione più volte. Forse essere campione del Brasile non ha valore? E vincere il titolo in Italia vale? Ho giocato in Italia, la lotta è tra 2-3 squadre. In Brasile ci sono 12 squadre che possono vincere il campionato. Essere capocannoniere in Brasile è difficile. Ronaldo non ci è riuscito. L’unica differenza è quello che è stato fatto con la Nazionale”.
Torniamo al malore di Ronaldo. Cosa vedesti?
“Fui il primo a vedere. Stavamo in stanze attigue, separate solo da una porta. Mi alzai da tavola dopo il pranzo per andare in bagno. In quel momento attraverso la porta aperta vidi Ronaldo con le convulsioni. Era sdraiato sul letto e Roberto Carlos era sul letto a fianco con la tv accesa. Aveva la cuffia e non si era accorto di niente. Ronaldo era viola, con la bava alla bocca e il corpo che si contraeva. Uscii di corsa a cercare il medico, che stava in un’altra parte dell’albergo. Tornai ancora di corsa e insieme a Cesar Sampaio riuscii a toglierli la lingua dalla gola per farlo respirare. Quando arrivarono i medici, l’immagine non era più così scioccante”.
Cioè quando arrivarono le convulsioni erano già terminate?
“Era già tutto sotto controllo. Il dottor Joaquim da Mata, che era il più givoane, ci aiutò molto. Ma il dottor Lidio Toledo era più vecchio e, così come Zagallo, ci mise parecchio ad arrivare”.
Eppure loro decisero di far giocare Ronaldo…
“Arrivarono in ritardo, non videro e poi lo schierarono, questa è la grande verità”.
Se avessi giocato titolare tu, sarebbe stato ugualmente un caos.
“Di sicuro. Tutti stavamo concentrandoci e il malore fa saltare tutta la concentrazione. Entrammo in campo disperati, la Francia se ne approfittò e dopo il primo tempo era già 2-0”.
Quando vi dissero che Ronaldo avrebbe giocato?
“All’ora della merenda apparve Ronaldo, faccia triste e a testa bassa. Non mangiò niente e uscì per parlare al telefono nel giardino dietro la sala ristorante. Leonardo richiamò l’attenzione dei medici: “Questo ragazzo non sta bene, bisogna portarlo a fare delle analisi”. Un’ora dopo, durante la lezione tattica, ci dissero che Ronaldo era all’ospedale. Zagallo raccontò la storia del Mondiale 1962, quando Pelè non poteva giocare, Amarildo entrò al suo posto e il Brasile vinse. Disse che Ronaldo non avrebbe giocato e io sarei entrato al suo posto. Così scoprii che sarei stato titolare. Zagallo si rivolse a me: “Edmundo, questa è la tua occasione”. Andammo allo stadio. Ci cambiammo e al momento di andare a fare il riscaldamento, arrivò Ronaldo, sorridente, dicendo: “Gioco. Dov’è la mia roba? Devo giocare”. Si riunirono Zagallo, Zico, il dottor Lidio Toledo, il dottor Joaquim da Mata, e il supervisore Americo Faria. Zagallo mi fece un segno da lontano: “Mi dispiace, Edmundo, abbi pazienza”. Vabbè…”.
E andò male
“Il medico doveva dimostrare di avere polso e non permettere di utilizzare un giocatore che aveva avuto le convulsioni. Ma togliere il miglior giocatore del mondo non era una decisione facile”.
Fonte: sportmediaset.it