Tutto, fuorché calcio. Perché con il calcio non ha niente a che fare quel manichino esposto oggi al rione Sanità. Non sa di passione, non sa di tifo né di sfottò: rimane solo una macabra rappresentazione di una scia che ci farà parlare ancora a lungo dei fatti dell’Olimpico e della finale di Coppa Italia.
Insomma, il manichino del tifoso romanista impiccato esposto oggi è davvero di cattivo gusto. Col tifo, lasciatemelo ripetere, ha poco in comune. Perché ci rimanda a quei fatti comunicando un senso di vendetta, perché ci costringe a parlare di cronaca, e non di calcio. Perché è squallido in sè.
Al di là di sfottò e rivalità, che rimarranno storiche nel tempo, Napoli e Roma non meritano questo trattamento. E soprattutto le loro tifoserie. Facciamoci una domanda: quando pensate di rivedere un San Paolo pieno nella sfida contro i giallorossi, con i tifosi ospiti a gridare i loro slogan e a riempire il loro settore? Quando pensate che si ripeterà una trasferta dei napoletani a Roma, all’Olimpico, a colorare d’azzurro lo spicchietto vicino la Nord?
Niente da dire, è la verità: ci aspettano stagioni intere con trasferte vietate (a Roma è d’obbligo), con il San Paolo senza tifosi giallorossi e con la cronaca a prevalere sullo sport. Perché, forse, il limite è già stato superato quel pomeriggio del 3 maggio. E ancora non ce ne rendiamo conto. Perché, continuando così, con manichini, applausi, cori, striscioni pro De Santis e pistole fasciste, entrambe le tifoserie rischiano solo di farsi male.
Ricordo il giorno di Napoli – Liverpool al San Paolo. Erano le 19, era il 21 ottobre del 2010. C’era l’Europa League in ballo. In curva A eravamo strettissimi. Il settore dei tifosi ospiti era strapieno di inglesi. Applausi, cori, canti a squarciagola. Finì 0-0, il Pocho non punse e Zalayeta nemmeno. Ma fu uno spettacolo vederli, quegli inglesi, proprio così vicini.
Ecco, quando Napoli – Roma tornerà ad essere circondata dai cori dei tifosi di entrambe le parti, quando gli applausi degli avversari faranno da cornice a una grande giocata, quando sentiremo esultare al San Paolo i tifosi romanisti per un gol della propria squadra, ebbene, allora potremmo dire di essere tornati alla normalità. E di essere tornati al calcio. Scusatemi, ma quel manichino mi è rimasto proprio sullo stomaco.
Raffaele Nappi
Fonte foto: Ansa