La forza di questo Brasile è il gruppo. E il “napoletano” Henrique in questo senso è un elemento fondamentale nel Brasile di Scolari. Lui, il convocato numero 23, è quello che ha più entusiasmo. Già, perché il difensore azzurro sta vivendo un sogno: in panchina nella gara contro la Serbia dopo aver giocato per venti minuti contro Panama con un palo colpito nei minuti finali. Un jolly prezioso, soprattutto un compagno ideale che fa il tifo per gli altri, scherza con tutti e tira su l’ambiente. “La mia famiglia è stata fondamentale, soprattutto mio padre. Ricordo quando tornava stanco da lavoro e giocava con me a calcio per farmi felice. Ho creduto molto nella convocazione in Nazionale e per l’attesa non sono riuscito a dormire per molte notti” ha dichiarato nei primi giorni di ritiro a Globe Esporte.
La notizia della convocazione l’ apprese in Tv: era a Napoli, a maggio per le ultime partite della stagione in maglia azzurra. Per certi versi la sua storia è uguale a quella di Insigne, anche lui convocato dell’ultima ora da Prandelli. Tutti e due sono mossi da una spinta in più, le loro motivazioni sono a mille, come la loro voglia di arrivare. Dopo l’ultimo match di campionato contro il Verona si sono abbracciati e caricati. Henrique farà di tutto per scalare posti nelle gerarchie di Scolari ma ha bisogno anche di pochi minuti in campo per essere felice. Per il difensore brasiliano far parte del gruppo di Felipao rappresenta un traguardo straordinario, conquistato in virtù dei quattro mesi super disputati con il Napoli.
Già, l’arrivo in maglia azzurra è stato decisivo: entrato subito in sintonia con il gruppo, un jolly preziosissimo per Benitez, capace di ricoprire con successo più ruoli, da centrale difensivo a laterale di fascia e anche un gol da bomber vero realizzato a Catania. Nella Selecao il suo compito è quello di centrale difensivo, rappresenta una delle alternative a Thiago Silva, Davide Luiz e Dante, tre giganti e assoluti protagonisti nell’ultima Champions League. Ma Henrique ci mette entusiasmo, voglia, umiltà applicazione. Doti che non stanno passando inosservate a Scolari fin dal primo giorni di ritiro della Selecao. Ritiro che dista novanta chilometri da Rio. Qui dove Henrique sogna di poterci arrivare in finale al Maracana per alzare al cielo la Coppa del Mondo.
Fonte: Il Mattino