Mertens entra e segna il gol vittoria. E’ lui l’oro del Belgio

Invasione nordafricana. Visto che la matematica, come si dice, non è un’opinione, è facile capire perché i “Diavoli Rossi” hanno chiuso in svantaggio la prima frazione di gioco. Concedere tre uomini all’Algeria – oltre a Lukaku, anche i deludenti centrocampisti Dembélé e Chadli – significa giocare di fatto in otto contro undici. E in un simile contesto la Nazionale araba è andata a nozze, trascinata dal tifo incessante di oltre 10.000 algerini (compresi i “Pieds-Noirs” francesi d’origine nordafricana) che si sono dati appuntamento nella capitale del Minas Gerais provenienti da ogni parte del mondo. «One-two-three, viva l’Algerie!», il coro risuonato a lungo nello stadio “Mineirão” in un curioso “esperanto” che coniuga vocaboli di addirittura quattro idiomi: inglese, italo-spagnolo e francese.

Andamento lento. Un banale errore di Vertonghen, laterale sinistro del Tottenham, provoca il rigore del vantaggio algerino, firmato dal “valenciano” Feghouli dopo 25’ di gioco in cui il Belgio è sembrato un motore diesel e per di più con gli iniettori incrostati. Lenta, fiacca e prevedibile la manovra dei rossi. Dall’altra parte, invece, un’Algeria pimpante e reattiva.

Halilhodzic accusa. “Abbiamo patito la pressione dell’esordio in Coppa del Mondo  ha detto Fellaini, che è figlio di marocchini, parla arabo ed è musulmano come i rivali di giornata poi ci siamo sbloccati”. Il ct biancoverde Halilhodzic, invece, ha accusato tutti:Il gol del pari è stata un’ingenuità della nostra difesa mentre il 2-1 del Belgio è viziato da un fallo a centrocampo (che peraltro ha visto solo lui, ndr) . Del resto lo sapevo: noi non siamo il Brasile né lo stesso Belgio. A parti invertite l’arbitro avrebbe fermato il gioco e concesso la punizione… “ .

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