Azzurro Napoli Basket, presentato alla stampa il nuovo coach Marco Calvani: “Orgoglioso di essere qui. Prometto ai tifosi il massimo impegno”

Napoli ha il suo nuovo coach. Come annunciato qualche giorno fa dalla società, Marco Calvani siederà sulla panchina dell’Azzurro Napoli Basket per i prossimi due anni, nel tentativo di riportare la piazza partenopea agli antichi e gloriosi fasti. Questa mattina la presentazione presso la “Sala Giardino” dell’Hotel Royal Continental, durante la quale il coach ex Roma è stato ufficialmente presentato alla stampa. Hanno presenziato all’evento il presidente della società azzurra Maurizio Balbi, l’amministratore delegato Fabio Muro, il General Manager Antonio Mirenghi e l’ingegnere Dario Boldoni.

L’evento si è aperto con l’intervento del presidente Maurizio Balbi. Ecco quanto evidenziato da SpazioNapoli:

“Abbiamo iniziato il nostro percorso nel gennaio del 2013, proprio in questa sala. Quindi la scelta è stata anche scaramantica. Oggi per noi è un giorno molto importante: è prima di tutto il compendio di una prima stagione, tribolata e difficile. Alla fine aver portato la pelle a casa è segno che tutti i nostri sacrifici hanno fruttato qualcosa. Il fatto che oggi siano presenti tutte le componenti che hanno permesso lo sviluppo di questo processo è inannzitutto per me motivo di grande soddisfazione. La scelta di un allenatore quale Marco Calvani, che conoscevo dal punto di vista sportivo e che in questi giorno ho conosciuto anche umanamente, è importante per il suo approccio e per come intende il mondo della pallacanestro, sotto l’aspetto dell’applicazione al lavoro. Siamo ancora una società neonata, dobbiamo crescere e migliorare ancora. Poter mettere nuovi tasselli non fa altro che migliorare la nostra società che rappresenta la terza città d’Italia.”

Dopo l’intervento di Maurizio Balbi, ha parlato il GM Antonio Mirenghi. Ecco le sue parole: “Calvani è sempre stata la nostra prima scelta, fin da dicembre e sono felice di averlo portato qui. La sua storia, la sua carriera carriera è nota a tutti.  Voglio ringraziare la società per aver creato le condizioni per raggiungere l’accordo almeno per i prossimi due anni. Calvani è una scelta importante e va nella direzione che Napoli dopo l’anno zero è pronta per tornare a sognare”

È stato poi il turno del coach. Un lungo intervento, una dichiarazione programmatica e di intenti per l’allenatore che si appresta ad iniziare la sua avventura in azzurro. Sicuro e pacato, dall’alto della sua ormai trentennale carriera a tutti i livelli del basket italiano. Queste le parole di Marco Calvani raccolte da SpazioNapoli:

“Ringrazio la società per aver deciso di prendermi. Sembrava che fosse un matrimonio che comunque si dovesse fare: già l’anno scorso sono stato contattato dopo l’avvicendamento di Demis Cavina, poi per mille motivi non si è fatto. Sono contento e orgoglioso di essere qui: non ho mai fatto distinzione di categoria e la locazione logistica della squadra. Credo che questo rientri nella mia storia. Napoli ha una grande potenzialità e bisogna indirizzarla nel modo giusto. C’è la necessità di una sinergia comune che passa per tante cose. Quando sono arrivato, la proprietà mi ha detto che non credeva potesse esserci un’equazione tra grandi investimenti e grandi risultati. In effetti è così, la mia storia dice questo: a Roma due anni fa ho dimostrato questo. Non tutto quello che ha equazione sul denaro che viene investito poi porta ai risultati. Bisogna avere la saggezza nelle scelta, delle strutture, dei giocatori. È necessario comunicare con l’esterno nel mondo giusto, iniziando da me: dovrò essere in grado di prendermi le responsabilità.

Credo che debba esserci un’attenzione a parte dell’amministrazione per questi dirigenti in quanto questa squadra porta il nome di Napoli in giro per l’Italia, una maniera anche di fare pubblicità alla città e all’ambiente e quindi merita un certo riguardo. Penso che la società abbia dimostrato con i fatti di volere portare avanti questo progetto e non era assolutamente facile. Conosco la storia di questa squadra, faccio dei colloqui prima di scegliere una destinazione e l’aspetto contrattuale è l’ultima questione che mi piace trattare. Conosco prima le persone, le motivazioni e gli obiettivi hanno più forza di quello che può essere il discorso economico o contrattuale. Ci siamo trovati in sintonia subito: alla telefonata di Mirenghi, che mi chiedeva se fossi interessato a prendere in considerazione Napoli, ho subito preso il primo treno per parlarne faccia a faccia. È stata una cosa immediata, ho voluto dare un segnale di interesse. Poi ci sono stati altri incontri, dovevamo mettere a posto alcune cose, però il primo impatto è stato immediato e positivo: parlavamo la stessa lingua.

Verrà fatta una squadra per provare a fare il massimo. Usciremo dal campo ogni volta cercando di aver fatto tutto il necessario per portare il risultato a casa. Questo è il messaggio che voglio dare ai tifosi: ci sarà sempre il massimo impegno. Sono un tipo esigente e chiederò molto a chiunque intorno a me perché lo faccio con me stesso. Dopo 33 anni in questo mondo, quando una società prenda un allenatore conosce per filo e per segno qualoi sono le sue caratteristiche. Sono una persona molto semplice con la quale lavorare. Parlo in faccia e parlo chiaro. Sono molto diretto e frontale, così come lo sono con la squadra. A qualcuno non piaccio perché sono esigente. Per questo chi verrà a Napoli sa che dovrà stare in una situazione dove, se vogliamo giocare una stagione importante, si deve lavorare duramente, giorno per giorno. Faccio fatica a ricordare club che hanno vinto senza una cultura immensa del lavoro. Lo trasmetterò anche ai giocatori.

Sto facendo dei colloqui con i giocatori che sono già sotto contratto: giovedì incontrerò Matteo Malaventura, perché chi lavora con me ha il diritto di essere informato sui miei metodi e quindi anche ha anche il diritto di poter fare un passo indietro qualora non gradisse il mio modo di lavorare. Non accetterò i “ma io non pensavo che” in corso d’opera, perché dirò tutte le cose prima. Ovviamente esporrò il mio modo di lavorare anche ai nuovi giocatori. All’incontro con la società sono rimasto sorpreso dalla struttura che intendono creare: ho chiesto anche se loro avevano predisposizione per la crescita del personale e della forza lavoro. Immaginare che possa esserci una crescita sia sportiva che manageriale. Pur essendo una società giovane, ha le idee chiare di come funzioni un’azienda. Perché io intendo la squadra come un’azienda, un quanto alla fine va ottenuto un prodotto: prodotto che può essere il risultato sportivo ma anche altro, perché in un risultato di crescita saremmo tutti interessati a ottenere dei risultati.

Concludo con un ringraziamento particolare ad Antonio Mirenghi, con il quale c’è una conoscenza ormai di qualche anno e credo sia stato l’elemento determinante. Credo che abbia dato una benedizione al mio arrivo.”

Antonio Allard
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