Un napoletano con la maglia azzurra: non è mai stato facile questo
rapporto. Beppe Bruscolotti, uno dei capitani storici, può comprendere bene lo stato d’animo di Lorenzo Insigne. “Questa città dà tanto ma toglie anche. Ti viene chiesto sempre qualcosa in più rispetto agli altri proprio perché sei napoletano”.
D’accordo, ma non è la prima volta che si creano incomprensioni tra il talentino di Frattamaggiore e la tifoseria: nello scorso campionato, in occasione della partita contro la Lazio, si mandarono cordialmente a quel paese.
“Queste cose capitano a tutti. Sono reazioni istintive dettate
dalle tensioni di una partita ma poi basta poco per ricomporre la
situazione”.
Allora cosa non va in Insigne?
“Provo ad immaginare: magari il fatto di essere giovane lo porta a
voler bruciare i tempi. Vorrebbe dimostrare tutto il suo valore e
quindi tende a strafare, laddove invece si può conquistare
semplicemente una tifoseria lasciando il campo con la maglia
inzuppata di sudore”.
Però stavolta siamo in ritiro, non ci sono state le tensioni di una partita a tradire le emozioni.
“Non dimentichiamo che Lorenzo è reduce da un Mondiale
dove tutti hanno deluso e, come se non bastasse, dal Brasile il
messaggio che abbiamo recepito è stato quello di uno spogliatoio
poco unito. Ha fatto bene a raggiungere subito il ritiro del
Napoli, il lavoro in questi casi aiuta a smaltire le amarezze. Ma
anche l’esperienza di uno spogliatoio bollente, come pare fosse quello della Nazionale, lo aiuterà a maturare. E poi che colpe ha Insigne nel fallimento brasiliano? Era l’ultimo arrivato e ha giocato poco o niente”.
Il suggerimento del saggio capitano azzurro?
“Parlare, confrontarsi, dialogare. Posso comprendere le ragioni di
Insigne che lo hanno spinto l’altra sera a non voler parlare con i
tifosi. Ma capisco di più la delusione di chi, dopo aver fatto
mille chilometri, sente dire da un giocatore che non ha voglia di
parlare con i tifosi. La gente va rispettata e non stuzzicata,
altrimenti in futuro queste piccole scaramucce possono degenerare in contestazioni come accadde contro la Lazio”.
Vista la giovane età, Insigne andrebbe forse guidato meglio.
“Sono d’accordo, questo è un compito che tocca ai compagni di
squadra più maturi ma soprattutto all’allenatore”.
Incide il fatto di non sentirsi un titolare fisso?
“No, visti i tanti impegni ogni calciatore sa bene che non giocherà tutte le partite. La serenità non deriva dal fatto di
essere titolare ma dalla propria coscienza di aver dato sempre il
massimo. Così facendo, prima o poi ti cuci addosso la maglia e
nessuno te la toglie più”.
Il vecchio capitano cosa direbbe al giovane campione?
“Caro Lorenzo, lascia stare le polemiche inutili e parla sul
campo. È quello che vuole la gente”.
FONTE Il Mattino