La doppietta al Bayern unica gioia nel Napoli di Mazzarri, con Benitez la rinascita. L’esperienza azzurra di Federico Fernandez

Federico Fernandez, el Flaco, è andato via proprio com’era approdato alle pendici del Vesuvio tre anni fa, in punta di piedi, come nel suo stile. L’argentino è il nuovo difensore dello Swansea di Monk, manca solo l’ufficialità, e lascia il Napoli dopo 64 presenze ed una doppietta, e che doppietta, all’Allianz Arena contro il Bayern Monaco. Lascia Napoli non da meteora, come sarebbe accaduto la scorsa estate, ma da giocatore di buon livello, che a dispetto di quanto affermato dalla precedente gestione tecnica ha dimostrato di poter dire la sua in azzurro, anche da assoluto protagonista.

Tra dubbi e poco spazio la serata dell’Allianz Arena – Fernandez arrivò a Napoli, come detto, in punta di piedi nell’estate del 2011. Insieme a Miguel Angel Britos per comporre gli innesti atti a completare la difesa partenopea, pronta a cimentarsi per la prima volta dopo vent’anni in Champions League. Pochi proclami ma referenze di livello: fresco campione d’Argentina con la maglia dell’Estudiantes di La Plata, tra i migliori prospetti albiceleste nel suo ruolo, preciso negli interventi, bravo di testa, e con un vizio del goal non nascosto, 6 reti in poco meno di 3 stagioni in Argentina. Il diesse Riccardo Bigon dopo averlo monitorato a dovere decise di portarlo in azzurro per una cifra non eccessiva: 3,5 mln di euro che alla distanza si sono dimostrati un investimento di valore. Il rapporto con l’allora allenatore partenopeo, però, non fu di certo dei migliori. Walter Mazzarri per indole fedele ai suoi pretoriani vedeva nel difensore argentino la riserva di Paolo Cannavaro, titolarissimo(per usare un termine tanto in voga ai tempi) nel terzetto di difesa, lasciando a Fernandez poche briciole. Poco meno di venti presenze nella sua prima annata azzurra, tra queste una sera indimenticabile di novembre all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Fernandez titolare al centro della difesa vista la squalifica di Cannavaro viene, con tutto il Napoli, travolto dall’uragano Gomez che in 45 minuti schianta gli azzurri con una tripletta. Nella seconda frazione di gara è proprio el Flaco a dare dimostrazione di tutto il suo repertorio aereo, una pregevolissima doppietta di testa con cui uccella Neuer, riaccendendo le speranze napoletane in un match accesissimo e palpitante. L’unica serata da ricordare in una stagione per lui amara, nonostante la vittoria in Coppa Italia contro la Juventus, relegato ai margini in maniera sempre più progressiva e con qualche sbavatura di troppo, come poi dimostrato nella stagione seguente: sei mesi praticamente ai box e poi il prestito al Getafe, dove l’argentino riuscì a ribadire tutto il proprio valore.

Con Rafa fiducia e rinascita – Ed è così che Fernandez si presentava ai nastri di partenza la scorsa stagione, un esubero di ritorno dal prestito da piazzare sul mercato vagliando le migliori opportunità. L’input dell’entourage del calciatore era chiaro: con il Mondiale alle porte meglio giocarsi le proprie chances altrove che marcire a Napoli in panchina. Il destino però aveva altri programmi, il nuovo Napoli targato Rafa Benitez dopo una campagna acquisti scoppiettante era alla ricerca dell’ultimo tassello, l’innesto con cui impreziosire il reparto difensivo appena rinforzato dall’arrivo di Albiol. Galeotta fu l’amichevole del 15 agosto 2013, stadio Olimpico di Roma, l’Argentina batte l’Italia per 2-1 con goal di Banega ed Higuain, con goal di Insigne per l’Italia ed una buona prestazione di Fernandez al centro della difesa della Seleccìon. In questo turbinio di emozioni partenopee ecco la decisione: mercato chiuso in difesa, il Napoli trattiene il difensore titolare dell’Argentina. Inizialmente indietro nelle gerarchie rispetto a Britos, Fernandez a suon di allenamenti e prestazioni strega il tecnico spagnolo divenendo un perno imprescindibile della difesa del Napoli. Un rendimento sempre crescente in ogni competizione, campionato, Champions, Coppa Italia, l’argentino diviene una vera e propria garanzia, smentendo gli scettici e garantendosi finalmente quella ribalta ottenuta con lavoro e sacrificio, superando ostacoli e difficoltà. Il resto è storia, un Mondiale con l’Argentina vice-campione del Mondo(anche se scavalcato in itinere da De Michelis) e i fari del mercato ben puntati su di lui.

All’offerta del manager gallese difficile dire di no: 10 mln al Napoli ed ingaggio quasi raddoppiato al difensore. Strade che si dividono ma, importante di questi tempi, senza alcun rancore, in totale sintonia. “Ciao Napoli, sì ciao perché non è un addio! Non può essere perchè è difficile stare lontano da una città così. Una citta dove ho trovato amore e felicità fin da subito, che mi ha dato tanto, quel tanto che ho cercato di restituire dando il meglio di me in campo e fuori. Un grazie di cuore a questa magnifica città, a tutti i suoi calorosi abitanti, grazie alla SSC Napoli e ai suoi magnifici tifosi.” Queste le parole di commiato del difensore, ennesima dimostrazione di quanto Napoli fosse ormai una seconda pelle, e allora arrivederci Federico Fernandez.

 

Edoardo Brancaccio

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