Assist del Coni al Napoli: “San Paolo fatiscente, il canone va diminuito”

Lo stadio San Paolo? Al Calcio Napoli costa più del doppio di quanto vale. Per l’affitto dell’impianto di Fuorigrotta, infatti, il Club azzurro versa ogni anno al Comune di Napoli circa un milione di euro, per il Coni Servizi, che in questi mesi ha stima- to il valore d’uso della struttura in vista della prossima convenzione, il San Paolo, invece, non vale più di 518mila euro all’anno. «Lo stadio San Paolo – scrive Michele Uva, direttore generale del Coni Servizi, nella relazione con- clusiva consegnata al Municipio il 22 luglio scorso – non può essere ad oggi considerato uno stadio moderno che permette lo sfruttamento delle potenzialità proprie della Ssc Napoli». Secondo il Coni, un “top stadio”, classificato dalla Uefa come “Cinque stelle – élite”, degno di una squadra di Serie A di livello in- ternazionale, com’è il Napoli, dovrebbe avere un valore di 2.158.000 euro all’anno. Considerando, invece, il bassissimo livello di manutenzione del San Paolo, i limiti strutturali, come la bassa qualità e quantità dei servizi igienici, dei punti di ristorazione, di aree per il merchandising e l’assenza quasi totale di salotti, zone vip e parcheggi, nonché il costo elevato degli steward, il valore dello stadio del Napoli, per il Coni, dovrebbe essere di 868mila euro, ai quali vanno sottratti altri 350mila euro per la manutenzione verde del campo che finora sono stati a carico della società e che, invece, dovrebbero essere sostenuti dal Comune. Il valore dello stadio, quindi, in definitiva è di 518mila euro l’anno. «Valore ri- tenuto congruo e in linea con il sistema nazionale e internazionale», sottolinea il Coni.

Non solo, perché la società di servizi, fa una stima anche del potenziale sottoutilizzato della struttura: ben 13 milioni di euro persi ogni anno, mentre lo stadio ne incassa in media 18,8 (15,1 milioni nella scorsa stagione 2012-2013). Se ben sfruttato, il San Paolo potrebbe fruttare 31,77 milioni. Come anticipato dal “Roma” del primo giugno scorso, il Comune di Napoli, con la delibera 367/2014 del 30 maggio, ha affidato al Coni Servizi l’incarico di stimare il valore d’uso del San Paolo, in vista della stipula della convenzione ponte di 2-3 anni che preluderà ad una convenzione più lunga legata ai lavori di ristrutturazione, così vecchio e poco funzionale e necessita di una profonda ristrutturazione. Lo stadio ha una capienza dichiarata di 58.894 posti. Il Napoli l’anno scorso ha guadagnato dalla vendita di biglietti e abbonamenti 15,1 milioni di euro il 13% del fatturato complessivo. Troppo poco per il Coni. Ogni anno si perdono circa 5,5 milioni (il 30% in meno). Perché? Le cause sono molte: l’inagibilità del terzo anello (in Germania i posti sono venduti a prezzi popolari), la bassa qualità/quantità di servizi igienici e punti ristorazione e la difficoltà del controllo del pubblico nella fase di ingresso (fenomeno “portoghesi”).

Poltrone Vip. Nello stadio manca il settore “corporate hospitality”, cioè i posti riservati agli imprenditori (in media il 5-10% della capienza) che costano 200- 250 euro e costituiscono in tutti gli stadi il 40-50% dei ricavi. Al San Paolo dovrebbero essere almeno 750 posti, per un incasso di 4 milioni di euro, invece sono po- chi, perché la convenzione assegna i posti al Comune e la Tribuna Autorità è molto piccola.
Salottini. Gli skybox, le salette a 4-10 posti, non esistono. Se ci fossero 200 posti, a 380 euro ciascuno, varrebbero 2,1 milioni.
Punti Ristoro. Al San Paolo ne sono previsti 21, ma non tutti sono raggiungibili e quelli che funzionano «non sono in linea con aspettative e standard». Persi 980mila euro.
Merchandising. Per la vendita dei gadget c’è un solo negozio, aperto solo per le partite. Mancati incassi per 350mila euro.
Garage ed Aree Commeciali. Il parcheggio del San Paolo è chiuso, i 100 posti auto disponibili sono riservati al Comune. Persi 40mila euro. Inesistenti le aree commerciali.
Tutto questo, senza calcolare i possibili introiti dalla pubblicità sul mega-tabellone luminoso, le affissioni all’esterno dello stadio, la pubblicità a bordocampo ed eventuali concerti e visite guidate, visto che la convenzione asse- gna il terreno di gioco in uso esclusivo alla Ssc Napoli anche nei giorni in cui non ci sono le partite e il Comune quindi non può organizzarvi eventi: altri 140mila euro in meno. Punto modificato nella convenzione ponte. Il Coni, poi, fa alcune prescrizioni. Le utenze? Deve pagarle il Comune, non il Napoli. Viceversa, la pulizia degli spalti nel post-partita (180mila euro) deve essere a carico della società. Anche la quota della pubblicità deve essere aumentata: da 45mila a 70mila euro. Quanto conta avere uno stadio moderno? Tanto. La Juventus, negli ultimi 5 anni, ha aumentato i ricavi del 204% (38 milioni l’anno scorso; 127,5 milioni dal 2007 al 2013). È la prima in Europa come previsto dalla
“Legge sugli
Stadi”
147/2013,
che saranno a
carico della
società. Lo studio del Coni Servizi ha messo a confronto il San Paolo con altri impianti moderni come l’Olimpico di Roma, lo Juventus Stadium, e il San Siro di Milano. I risultati sono stati depositati il 22 luglio scorso.

Fonte: Pierluigi Frattasi, Il Roma

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