Sabato, dalle 13.45 in poi, ho vissuto uno dei pomeriggi più belli (sportivamente parlando): Arsenal-Manchester City, Chelsea-Swansea e, per concludere. il derby di Madrid tra Real ed Atletico. Ed Empoli-Roma? E Juventus-Udinese? Niente, non le ho guardate. O meglio, ci ho provato ma ho cambiato canale poco dopo.
Non è facile scriverlo e nemmeno pensarlo, ma la realtà è una: se sei un appassionato di calcio e sei italiano, non devi far altro che abbandonare la serie A e guardare Fox Sports. Non vi ingannino i vari 7-0 dell’Inter o il 4-5 pirotecnico del Milan. Il calcio italiano è alla deriva ormai da anni e nella stagione appena iniziata sembra aver toccato veramente il fondo. Un tempo, quando ero piccolo, vedevo campioni provenienti da qualsiasi angolo del globo terrestre arrivare in Italia, a loro dire “la massima aspirazione per un calciatore”. Adesso, con tutto il rispetto per il forte e giovane centrocampista tedesco, anche un ragazzo come Kramer rifiuta il nostro calcio, preferendo restare in Germania.
I vari Diego Costa, Falcao, Lewandowski e Benzema, dieci anni fa, sarebbero approdati in Italia e ce li saremmo goduti tra l’invidia degli altri. Oggi invece la situazione è completamente capovolta. Senza andare troppo lontano con la fantasia e guardando in casa nostra, gli stessi Ciro Immobile (protagonista ieri alla prima di Champions League con il Borussia Dortmund) ed Alessio Cerci (ceduto all’Atletico Madrid dopo il corteggiamento del Milan) sono lo specchio di un calcio italiano che non riesce a trattenere nemmeno i prodotti dei propri vivai.
Cosa fare? Per ora, purtroppo, non ci resta che guardare gli altri. Perché il calcio è una passione troppo forte e deve essere sfamata…
Antonio De Filippo
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