Vita difficile quella del Napoli in terra friulana, quando la trasferta imponeva il turno contro la squadra di Udine e nonostante le volte in cui la squadra bianconera non fosse attrezzata come si conviene è sempre riuscita a lottare e a mettere in grossa difficoltà gli undici partenopei di turno. Tante le battaglia che potremmo annoverare, ma la rubrica “Qui fu Napoli” di questa settimana ha scelto la volta in cui gli azzurri di Albertino Bigon riuscirono a strappare un pari all’ultimo secondo, quando la gara sembrava oramai destinata a terminare in favore dell’Udinese, era il 14 gennaio del 1990 e la cavalcata azzurra ebbe la sua genesi proprio in questa gara che forse fu in grado di dare all’ambiente la consapevolezza della propria forza, anche a discapito di un destino che sembrava oramai scritto.
Gara sin da subito in salita, pubblico delle grandi occasioni allo Stadio “Friuli” di Udine dove l’arrivo del Napoli, più di prima perché capolista, ha sempre un fascino particolare, inoltre per la presenza del suo condottiero, Re Diego Maradona, quale migliore momento per decidere di andare a vedere il verbo del calcio. Vicini, commissario tecnico della nazionale italiana, è venuto a tastare con mano l’andamento dei nazionali “partenopei”, ma siamo certi che anche lui non si sarebbe fatto scappare l’evento per ovvi motivi di passione calcistica. L’Udinese è squadra giovane e compatta, gli azzurri sbagliano l’approccio iniziale ed è subito vantaggio per i bianconeri, azione corale partita da centrocampo, palla a Mattei, dribbling per superare l’ostilità di due difensori azzurri, cross al centro e De Vitis anticipa Ferrara e deposita di testa in rete alle spalle dell’incolpevole Giuliani, 1-0 che era nell’aria ma che mette il sigillo sulla supremazia territoriale dell’Udinese. Reazione azzurra a tratti, riconducibile in un calcio piazzato del solito Diego ed un colpo di testa di Carnevale, entrambi neutralizzati dall’ottimo estremo friulano Abate.
Nella ripresa la mossa tattica di Bigon, fuori Baroni e dentro Zola, la dice lunga sulle velleità degli azzurri di riacciuffare la gara, sarebbe estremamente importante uscire indenni da questa gara per affrontare le prossime due gare casalinghe, pressoché abbordabili, con estrema cautela. Ma il cambio di marcia non c’è, o quanto meno non si vede nello stretto giro della prima metà del secondo tempo, Mauro e Carnevale non supportano l’attacco che non brilla certo di luce propria, tesi avvalorata da un Diego opaco e soprattutto reso evanescente dalla gabbia friulana (Oddi in campo al posto di De Vitis sarà l’ennesima riprova). Gara che si trascina fino agli sgoccioli dello scadere, minuto ’86, Mattei, incontenibile sin dalla prima frazione, si scopre cecchino infallibile e, con il supporto di Orlando, uccella il portiere azzurro con un destro a giro chirurgico quanto la lama di un bisturi. 2-0 e gara ai limiti dell’archiviazione, se non fosse per quel signore con dieci sulle spalle che, a modo suo, sforna l’assist giusto per Zola che, messo giù da Oddi, si procura il rigore che lo stesso “maestro” argentino tramuta in gol.
Siamo all’88, l’arbitro Pairetto concede ‘2 minuti di recupero, considerando il folto numero di ammoniti forse qualche minuto in più sarebbe stato comprensibile, ma tant’è. In realtà bastano pochi secondi oltre il 90’ per dare vita all’incredibile rimonta azzurra, Alemao, baluardo per tutta la gara, lancia per Diego un pallone al millimetro, il pibe de oro scende sul fondo e crossa per la testa di un inaspettata “torre”, Zola, il quale indirizza la palla con estrema potenza verso la porta difesa da Abate, bravo a respingere il colpo ma non altrettanto a neutralizzarlo del tutto, in agguato come un falco spunta Corradini, subentrato a Renica per l’infortunio di quest’ultimo, che mette il sigillo ad una gara dai risvolti inaspettati, sarà 2-2 ma è come se fosse una vittoria per il Napoli, sono i primi segnali di fumo di un sogno chiamato scudetto.
Ecco le immagini di quel match:
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