Mancanza di carattere, a questo scialbo Napoli manca tanto un leader alla Reina!

Scrivere qualcosa di interessante e allo stesso tempo giusto su questo inizio di campionato azzurro è molto complicato e qualsiasi parola rischierebbe di cadere nell’ipocrisia o nella banalità. Ciò che è vero e che non può essere minimamente discusso è che 4 punti in 4 giornate sono un bottino inaccettabile, in una città che sino a tre settimane fa, parlava e riparlava di scudetto. Cosa sia cambiato in questi 21 giorni se lo chiedono tutti, anche se è logico a questo punto pensare che il preliminare di Champions con conseguente eliminazione dalla coppa ha spezzato le ali ad un gruppo partito già con il grande handicap di non essersi rafforzato.

Un vecchio proverbio dice che l’importante non è cadere ma sapersi rialzare, ebbene il punto del discorso è proprio questo: i ragazzi di Benitez non riescono a risalire da un baratro che tocca momenti sempre più bassi. Negli ultimi anni – e nell’intera gestione De Laurentiis – mai i tifosi avevano visto una formazione con così poco carattere e con così poca grinta. Non c’è più quel pathos e quel brivido nei ragazzi con la maglia azzurra e sembra che la forza dello scorso anno si sia completamente dimezzata.

Il pareggio contro il Palermo è emblematico sotto questo aspetto. In una partita simile, il Napoli dell’anno scorso dopo il 2 -0 nei primi minuti, avrebbe congelato il match cercando di colpire gli avversari in contropiede. Purtroppo non è andata così e nessuno è riuscito a prendere in mano la squadra dopo la doppia botta del doppio aggancio. I fischi del San Paolo sono stati spietati ed hanno colpito tutti, dai giocatori – nessuno escluso – a Benitez, vero bersaglio dopo i disastri di settembre.

Il problema dei partenopei comunque non sta tanto nella rosa, quanto nello spogliatoio. Nel gruppo mancano le superbe caratteristiche di un leader vero, di un uomo di esperienza pronto a spronare gli altri nel momento del bisogno. Insomma, al Napoli sembra mancare proprio tanto Pepe Reina, quel portiere che dai pali riusciva a trasmettere la giusta carica a tutto l’ambiente. L’assenza dello spagnolo si fa sentire non tanto per motivi sportivi – nonostante le prestazioni non proprio eccellenti di Rafael – quanto più per questioni umane. Nessuno, nell’ambiente di Castel Volturno è riuscito a colmare questo buco enorme.

La vera anima del gruppo dovrebbe essere Marek Hamsik, ma lo slovacco nell’arco della sua carriera non ha mai fatto vedere doti di grande personalità. Anche gli ex madridisti non riescono a mettersi sulle spalle tutta la squadra. Anzi, proprio loro sembrano essere quelli più in sofferenza dopo l’eliminazione di Champions. Higuain sta palesando tutto il suo nervosismo, non nascondendo a questo punto, la poca voglia di giocare in una formazione senza l’Europa che conta. 

In tutto questo nemmeno la società riesce a prendere il controllo della situazione, dimostrando che essere parte di un “progetto giovane” non è poi una cosa tanto positiva quando si presentano grandi difficoltà sul campo. L’ambiente in clima Napoli, insomma, è dei peggiori e tra gli addetti ai lavori, nessuno si sta comportando in modo professionale. Quelli ovviamente che soffrono di più poi sono sempre i tifosi, gli unici che sentono le conseguenze di tale disorganizzazione. D’altronde – dicono loro – per battere Athletic, Udinese e Chievo non serve mica un leader napoleonico, serve soltanto un allenatore ben preparato, una rosa di giocatori completa e dei ragazzi pronti a dare tutto.

Tutto giusto, non fosse altro che gli azzurri hanno lo stesso allenatore e gli stessi componenti che pochi mesi fa, facevano impazzire la piazza. Ora sono diventati tutti brocchi? La verità è che questo gruppo si è indebolito nello stesso momento in cui qualcuno ha iniziato a parlare di scudetto, perché attualmente nella rosa nessuno ha un esperienza tale da poter trascinare la squadra verso grandi vette. Ogni organizzazione ha bisogno di grandi giocatori, ma vicino a questi ci vuole sempre un grande condottiero. In questo ci manca tanto, ma proprio tanto, il buon Pepe…

Gennaro Sgambati

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