Ritorno al passato. Fabio Quagliarella ritorna nella sua terra, quella che lo ha sedotto, amato e infine abbandonato, odiandolo per il troppo dolore dovuto dalla separazione. Il passato però è il passato, c’è chi ha avuto la forza di andare avanti, chi invece proprio quell’infuocato agosto di quattro anni fa non riesce a dimenticarlo. L’attaccante ritornerà domani al San Paolo quattro anni dopo l’ultima volta con la maglia partenopea. Quel Napoli – Atalanta 2-0 che gli spalancò le porte del Mondiale sudafricano. Ma domani sarà anche quasi sicuramente la prima volta da titolare da ex della squadra azzurra visto che al San Paolo, nei quattro campionati alla Juve, l’attaccante stabiese ha giocato solo una manciata di minuti in un Napoli – Juventus 3-3.
MOMENTO D’ORO – Il bomber granata arriva all’arena di Fuorigrotta con il vento in poppa e il morale alle stelle. Domenica scorsa si è sbloccato in campionato con un gol alla Fiorentina nel pareggio per 1-1 siglato all’Olimpico. Un diagonale di sinistro beffardo, terminato alle spalle di Neto e che aveva illuso i tifosi del Toro. In Europa League stesso spartito, questa volta con un rigore calciato al 93′ che ha “matato” il Copenaghen e che è valso il successo vent’anni dopo l’ultima apparizione dei granata in casa in una competizione europea.
CHE SAN PAOLO SARA’? – Ventura si augura che il Quagliarella in versione “on fire” continui e che l’astio del San Paolo sia un’arma in più per il giocatore campano. Ma la domanda principale è proprio quella: quale sarà la reazione del pubblico di fede partenopea? Negli scorsi anni i fischi e gli striscioni contro il bomber ex Udinese furono tantissimi. Un tradimento fu considerato il suo trasferimento alla Juventus. Poi col tempo le tante verità nascoste, i retroscena e le curiosità su quel trasferimento consumato in poche ore, hanno cambiato gli scenari. Più che fischi di odio, c’è da attenderci un colonna sonora più che rumorosa dovuto al rancore e alla rabbia per una storia d’amore finita troppo presto, così come successo per Cavani. Perchè Napoli sa dare tanto, tantissimo ma gli addii, quelli dolorosi, proprio non sa dimenticarli.
Sabato Romeo
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