L’azzurro è in una stanza, il sogno si realizza anche sui muri della cameretta rimasta come Graziano l’ha lasciata, nella villetta della famiglia Pellè, in via San Francesco, a Monteroni. Papà Roberto colora ancora le pareti con gli articoli di giornali e con le maglie incorniciate delle varie squadre del figlio. Ogni volta che mamma Doriana entra in quella stanza, “vede” ancora il suo gigante. “Che tristezza, quando se ne è partito per l’Olanda, cominciando la sua avventura all’estero: ho capito che il suo futuro sarebbe stato lontano dall’Italia”, dice la madre dell’attaccante che ha salvato la nazionale nella sfida con Malta. “Impazzivo per Ciccio Graziani, per questo ho scelto il nome Graziano – afferma il padre -. Anche adesso che può concedersi lo sfizio di un “Ferrarino”, invito mio figlio a pensare al futuro, tant’è che l’ho convinto a comprare una casa nel centro storico di Lecce”. Nella camera, le maglie delle nazionali giovanili, anche quella celebrativa del match a Wembley, sino alla carrellata che porta dal giallorosso del Lecce, numero 90, all’ultima, del Southampton. Sui muri, tante fotografie, anche quella del sedicenne Pellè, con un taglio di capelli alla Ronaldo: e accanto c’è anche un’immagine del brasiliano, uno dei suoi campioni preferiti, vista la fedeltà di Graziano all’Inter, per la passione trasmessagli dal padre.
Roberto, 60 anni, al figlio parla ancora da ex centravanti, con una militanza nel Lecce in C (nelle giovanili compagno di Sergio Brio, che all’epoca giocava punta). “Ha coronato il suo grande sogno, dopo la delusione per non essere stato considerato per il Mondiale in Brasile – fa notare papà, rappresentante di un’azienda di torrefazione del caffè -. Ma all’esordio, nonostante il gol, Graziano avrebbe potuto fare molto di più: è troppo alto il 7 in pagella. Pellè, però, non è esploso tardi! Piuttosto, qualcuno finalmente si è accorto di un italiano che in Olanda aveva già segnato 64 reti. Con Conte, si divertirà: Graziano mi ha confidato che vede nel c.t. un altro Van Gaal… Se non avesse incontrato il guru olandese oltre a Koeman, magari ora mio figlio farebbe il carpentiere o il rappresentante di caffè, con me nel furgoncino”.
Fonte: Gazzetta dello Sport