Torna subito in campo la Givova Napoli Basket. Dopo il vittorioso match contro Forlì nel turno infrasettimanale di mercoledì, gli azzurri affronteranno domani il Basket Veroli ancora davanti al pubblico di casa del PalaBarbuto per il quarto turno di Serie A2 Gold. Per presentare la sfida contro i laziali, è intervento in conferenza stampa il coach dei partenopei, Marco Calvani.
Ecco quanto raccolto da SpazioNapoli.it al PalaBarbuto:
“La prima cosa che mi viene da pensare è l’immagine di mercoledì sera, la cornice di pubblico che ha accompagnato la partita contro Forlì. Sono rimasto piacevolmente sorpreso della fiducia e del credito che i tifosi ci hanno dato. Un merito va dato anche alla società che attraverso alcune iniziative sta avvicinando sempre di più le persone alla pallacanestro. È molto importante il fatto che ci sia la consapevolezza che c’è la necessità di far conoscere a tutti questa nuova squadra. Ringrazio ancora i tifosi che ci hanno dato ancora fiducia dopo la prima sconfitta. Vogliamo continuare su questo canovaccio. Il nostro compito è mettere davanti agli occhi di chi ci vede una squadra col giusto atteggiamento, che combatte in campo.
Che sfida sarà contro Veroli? C’è sicuramente rispetto nei confronti di un avversario che non può essere valutato per i risultati negativi che ha avuto nei primi turni di campionato. Abbiamo già affrontato la squadra in pre-season, dove siamo stati “rullati” da Veroli, hanno messo in campo una grande aggressività e velocità e questo ci ha creato problemi. Il nostro approccio non fu positivo, vedendo dall’altra parte tanti giovani, la affrontammo con sufficienza. A questo gruppo giovane, si aggiungono due di esperienza come Legion e Shaw che hanno già conoscenza del campionato italiano.
Se fossi un mago qualche giocatore toglierei agli avversari? Nessuno, se fossi un mago semplicemente aggiungerei Andrea Traini alla mia squadra.
Ruolo di Napoli in questo campionato? Noi qualità ne abbiamo e playoff e final six di Coppa Italia restano i nostri obiettivi. Sarebbe disonesto non puntare a questi obiettivi. Il campionato credo stia esprimendo un livellamento medio – alto. Ci sono squadre la cui classifica è un po’ bugiarda, Forlì è un esempio: già vi dissi nella conferenza pre-gara che la chiave per batterli sarebbe stata l’intensità nei 40 minuti in quanto loro erano indietro di preparazione. Ed erano anche limitati dall’assenza di Becirovic e le aggiunte di Zizic e Abbott all’ultimo. Questo esempio per dire che i risultati in queste prime giornate hanno sorpreso: Torino non è certamente quella che perde di 22 contro Biella e di 10 contro Trapani. Chiunque può vincere contro chiunque, quindi il lavoro in settimana di preparazione è essenziale per proseguire.
Molti ci danno per quelli che devono vincere il campionato. Io sarei ovviamente contento, vivo di questo, ma credo che sia un po’ sbilanciato. Siamo una squadra nuova per 7/10, ha cambiato tutto lo staff. In base a cosa si dice che noi dobbiamo vincere? In base ai nomi? Con i nomi di fanno gli album di figurine, non si vincono i campionati. Ci dev’essere per forza un tempo fisiologico affinché le cose possano maturare. Se alla fine arriveremo a vincere il campionato, significa che siamo stati davvero molto bravi. Detto questo non sottovaluto la nostra qualità e quindi i due obiettivi già citati restano priorità assolute.
Cosa è cambiato tra Ferentino e Forlì? I ragazzi hanno subito metabolizzato che l’atteggiamento tenuto contro Ferentino non poteva assolutamente andare bene. Direi che sono stati bravi a riprendersi, dando un segnale di maturità.
Spinelli in quintetto base? Forse con Ferentino ho sbagliato a far partire Sabbatino all’inizio, ma se poi vedo anche la partita con Forlì, averlo fatto partire dalla panchina non è che abbia cambiato le cose. Il livello prestazionale di Valerio è in linea con quello che è Valerio: sente come motivo personale la responsabilità di essere un giocatore importante, è un peso non indifferente: ne ha piena coscienza ed è motivato. Nelle prossime partite è molto probabile che sia lui a partire in quintetto base.
Brooks? Prima di essere un buon giocatore è un ragazzo che uno vorrebbe avere come amico, fratello, figlio. Ragazzo solare, sempre sorridente. È un ragazzo che ha un approccio al lavoro sempre positivo. Credo che lui sia un’immagine di come qualche compagno può prendere esempio da lui, per mettere la giusta energia in campo.
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