L’attacco azzurro bocciato senza le sue punte di diamante, a Berna altro esperimento fallito

Le dichiarazioni di Uli Forte ieri sera a Berna sono state eloquenti: “Ho sorriso nel vedere Callejon ed Higuain in panchina”. Come dare torto al tecnico italo svizzero dello Young Boys, autore di una vera e propria impresa contro la corazzata Napoli. Tanto merito dei padroni di casa ma altrettanto dei partenopei che, in particolar modo nella ripresa sono scesi in campo senza cinismo e mordente, rendendo la vita facile agli svizzeri motivatissimi nella conquista della vittoria.

LA DIFFERENZA. Il punto focale però, forse l’ha proprio centrato il tecnico giallonero: il turn over, pur doveroso ed in parte condivisibile considerato il tour de force che sta affrontando il Napoli, non ha portato i risultati sperati soprattutto in attacco. Se infatti le varie pedine presenti in rosa si equivalgono in tutti i reparti del campo, con la sola condizione fisica e tecnica a fare la differenza, tra i vari attaccanti in forza a Benitez c’è un divario davvero incolmabile che porta a stravolgere tutti gli equilibri nel caso ne manchi anche soltanto uno. Se poi in panchina vanno al contempo il miglior difensore, la punta di diamante, il capitano e l’unico cinico realizzatore, si va incontro ad un harakiri quasi sicuro.

TANTO DA IMPARARE. Utilizzati fuori ruolo e non ancora al top della forma fisica, Michu e De Guzman hanno nuovamente deluso le aspettative. Non sono neanche lontanamente paragonabili ad Hamsik e Callejon, che nonostante le realizzazioni sono comunque in grado di fare la differenza in ogni momento della partita, aiutando la squadra, garantendo compattezza, fantasia ed esperienza. In particolar modo lo spagnolo, al momento è davvero l’uomo in più del Napoli. Non a caso quando è entrato nella ripresa ha siglato un gol poi annullato per fuorigioco e creando le uniche occasioni degne di nota in fase offensiva, dando movimento e fluidità alla manovra azzurra in un momento di grande difficoltà.

DUVAN SI MA… Se anche Mertens è apparso sottotono nonostante una prestazione non del tutto insufficiente, Duvan è apparso forse tra i quattro del reparto più avanzato, il più concreto e meno statico. Nonostante si danni per contrastare gli arcigni difensori svizzeri, cercare di fare la differenza di testa e scattare al centro dell’area, le differenze con Higuain sono abissali, com’è giusto che sia. Sono due giocatori tatticamente e tecnicamente completamente diversi e pretendere da loro lo stesso lavoro e gli stessi risultati è cosa impossibile. Sarebbe bello persino vederli giocare insieme, cosa che ahimè, è probabile non accada mai durante la gestione Benitez. Insomma, l’attacco bis azzurro è completamente bocciato, in attesa di una sterzata che possa convincere tifosi ed addetti ai lavori che anche le seconde linee possano finalmente dire la propria.

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