Una debacle senza scusanti. Il Napoli d’Europa League ha mostrato ancora una volta il volto della squadra poco lucida, senza personalità e con un cumulo di problemi da risolvere. Dalla difesa sempre più bistrattata nonostante il cambio degli interpreti, un attacco mai in grado di pungere e un centrocampo incapace di guidare la squadra con cattiveria ed aggressività. Per Benitez, schieratosi nel ruolo di “parafulmini” pur di far uscire i suoi dalla crisi, raccogliere i cocci di una squadra in netta difficoltà dopo ogni match sta diventando un gesto più che abituale. Un azione che preoccupa e spaventa, nonostante i suoi cavalli di battaglia lanciati durante questo avvio di stagione.
“NESSUNA TRAGEDIA” – Non si doveva gridare al fallimento dopo Bilbao, nemmeno si può farlo ora. Sei punti su nove in Europa League e un campionato ancora tutto da disputare possono rappresentare degli obiettivi più che raggiungibili per la squadra partenopea. La Champions, sfumata tra le dita, ha lasciato tanti strascichi e un vuoto incolmabile sotto l’aspetto motivazionale. Rafa ad agosto parlava di nessuna tragedia in caso di una retrocessione in Europa League. Ora il Napoli nella seconda competizione europea c’è, ma se lo Young Boys deve essere motivo di critica per un gioco lontano anni luce da quello spumeggiante dello scorso campionato e sede di esperimenti già bocciati in passato, allora c’è tanto su cui riflettere e da modificare quanto prima.
“SPALLA A SPALLA” – Passata la delusione Champions, Benitez aveva puntato tutto sullo “spalla a spalla”. Squadra, tifosi ed addetti ai lavori. Tutti insieme, per dimenticare Bilbao ed affacciarsi al campionato con la cattiveria di chi vuole riprendersi l’Italia e l’Europa dalla porta principale, dando un calcio a chi parlava di bocciatura dopo nemmeno due partite. Ma nemmeno questa formula ha sortito effetto sui suoi ragazzi, nonostante l’ambiente non fosse del tutto restio ad affiancare quel Napoli, anzi. Proprio da parte dello spagnolo è mancato il collante per riassestare quel rapporto. Prima i pochi pensieri rivolti al sito web della società, poi la conferenza stampa monosillabe pre-Sassuolo. Il chiudersi a riccio per ritrovare compattezza servì a regalare tre vittorie su tre, ma non si può pretendere di elogiare in caso di vittoria e farlo ugualmente dopo prestazioni come quelle di Udine o con il Palermo. Nessun disfattismo ma le critiche, quelle costruttive, fortificano e fanno riflettere.
“CAZZIMMA” IS THE WAY – Milano ha riaperto ciò che Sassuolo, Slovan Bratislava e Torino sembravano aver cicatrizzato. Il doppio vantaggio mandato all’aria, il gol a pochi istanti dalla fine ha riportato il Napoli a scivolare di nuovo all’interno dei suoi “eterni complessi”. Benitez allora ha provato la carta del sentimentalismo e della napoletanità. “Ritrovare cazzimma“. Questa è stata l’ultima coniazione. Più che un motto, una richiesta ai suoi giocatori per iniziare il ciclo verità, come da Rafa raccontato, senza troppe ansie e patemi. Il Napoli non ci è riuscito anzi, ha quasi svestito i valori della città che rappresenta per indossare una svogliatezza mista a poca cattiveria che ha quasi indignato. Con il morale a terra e un pubblico lontano dalla squadra, per Benitez tutto ora sembrerà ancora più difficile. C’è da rimettere in piedi un rapporto che saldo più non è, un obiettivo ben più complicato delle semplici vittorie e dei tre punti in classifica.
Sabato Romeo
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