Le pagine della rubrica “Qui fu Napoli” si colorano di azzurro, giallo e rosso per raccontare ancora una volta una partita dal sapore dolce come può soltanto esserlo la vittoria in un derby, già il “derby del sole” che oggi viene quasi cancellato e dimenticato perché regna sovrana la mera cronaca, spesso nera come la notte, in grado di oscurare anche le splendide coreografie dei tifosi che all’epoca si sfidavano a chi gridava più forte, a chi colorava di più la propria curva, scambiandosi bandiere e sciarpe oltre che attestati di stima, salutandosi e rispettandosi senza considerare il risultato. Era il 19 ottobre del 1980, in un San Paolo che da lì ad un mese sarebbe tremato per il tremendo sisma che ebbe come epicentro l’Irpinia, mentre in campo a tremar quel giorno furono soltanto i calciatori giallorossi, surclassati dall’impeto di Damiani e compagni.
Gara d’altri tempi, azzurri che sfruttano al massimo i lanci millimetrici del fantasista difensore Krol, piede fatato e stimmate di leader, un baluardo in difesa assieme con Bruscolotti e Ferrario, altre colonne a completare il “Panteon” difensivo azzurro, troppo discontinuo e sotto accusa per resistere un campionato intero. Partenze sprint del Napoli, il portiere Tancredi è avvisato, e puntualmente abdica al 24′ quando Vinazzani conclude a rete un calcio piazzato servito sul piede da Marangon, pallone leggermente deviato da Romano, evidentemente un predestinato in giallorosso, palla che trafigge la porta della Roma grazie a quel leggerissimo tocco involontario. Aperte le danze, il Napoli conferma la supremazia territoriale e rende sempre più fluida la propria manovra anche grazie alla vena particolarmente ispirata di Damiani e Pellegrini, il primo ispira e costruisce pericoli, l’altro prova a concretizzare, e ci riesce al 32′, quando “Pal e’ fierro” intercetta un filtrante di un giovanissimo Ancellotti, lancia Pellegrini che si fionda sulla palla e si invola indisturbato a concludere ai limiti dell’area di rigore, dove la palla si infila lentamente in porta grazie all’intuizione da vero giocoliere dello stesso attaccante azzurro, bravo a trovare il pertugio giusto.
Partita chiusa? Forse per la Roma, gli azzurri continuano imperterriti fino a raggiungere il terzo gol, ancora una volta autogol, questa volta al minuto 11′ della ripresa, punizione sull’estrema sinistra della porta difesa da Tancredi, traversone dell’ottimo Marangon, deviazione decisiva di Di Bartolomei e traiettoria ingannevole per l’estremo romano, 3-0, la fortuna aiuta gli audaci, cioè il Napoli. Il fiocco sulla confezione regalo partenopea lo mette Nicolini, ma da segnalare è l’azione ubriacante di un ispiratissimo Damiani, che si traveste da funambolo e dopo una discesa palla al piede degna di un top player brasiliano, dribbla un difensore ed offre al numero dieci azzurro il più facile dei colpi di testa, palla nel sacco e proposta di cambiare il nome di Oscar in “Damianinho” puntualmente inviata. Sarà ricordata nel tempo la cavalcata azzurra di questo campionato, spezzata dalla sciagurata sconfitta in casa contro il retrocesso Perugia, ironia della sorte per colpa di un autogol, del partenopeo Ferrario, che cancellerà in un attimo i sogni di gloria di un rush finale vincente.
Questo il tabellino della gara:
NAPOLI: Castellini, Bruscolotti, Marino, Marangon, Krol, Ferrario, Damiani, Musella, Nicolini, Pellegrini.
Allenatore: Marchesi.
ROMA: Tancredi, Spinosi, Maggiora (40’st De Nadai), Turone, Falcao, Romano, Conti, Di Bartolomei, Pruzzo, Giovannelli, Ancelotti.
Allenatore: Liedholm.
Arbitro: Michelotti di Parma.
RETI: 24’pt Romano (A), 32’pt Pellegrini, 11’st Di Bartolomei (A), 16’st Nicolini.
NOTE: Ammoniti: Marino, Conti, Turone, Ancelotti.
Ecco le immagini della partita del San Paolo: