Beppe Bruscolotti è l’ultima grande bandiera del calcio napoletano.
Chi è Insigne?
“Un fuoriclasse, e questo lo sanno tutti. Un ragazzo che sta diventando lentamente una bandiera rara. E poi è una persona per bene”.
Si diverte a vederlo giocare?
“Tantissimo, mi piace la sua generosità in campo, il suo cuore, il suo attaccamento alla maglia. E uno di quei campioni a cui un allenatore può chiedere qualsiasi cosa”.
Meglio attaccante come con Zeman o in questo ruolo con Benitez?
“Ora mi sembra un giocatore molto più completo, altruista, generoso. Magari al Pescara segnava di più, ma quella squadra giocava in serie B. Giocare nel Napoli è un sogno, perché un ragazzino che prende a calci un pallone vuole diventare così, vuole essere unico e regalare fantasia”.
Secondo lei, Hamsik deve cedergli la fascia dopo questo prolungamento di contratto?
“Dipende da Lorenzo: avere la fascia dà sensazioni particolari, ti fa davvero sentire il peso di rappresentare la squadra. Non so se è già pronto per questo ruolo soprattutto per l’età”.
Comunque, è solo questione di tempo?
“Sì. Se non sarà adesso, sarà il prossimo anno. Il prolungamento del contratto è un segnale chiaro. Alla fine il capitano è il simbolo della squadra e nessuno è più simbolo di questo Napoli di Insigne. Poi ho visto come è maturato in poco tempo dopo la reazione ai fischi del San Paolo”.
È certissimo che Insigne possa seguire la sua carriera nel Napoli?
“Nessun dubbio. Ogni volta che l’ho incontrato lui mi ha detto che il suo sogno è giocare sempre e solo nel Napoli. Come Totti ha fatto con la Roma. E mi sembra che ogni sua scelta vada in questa direzione. Non credo che gli siano mancate delle offerte negli ultimi tempi”.
Il nuovo ct Conte sembra essersi dimenticato di lui: è sempre la stessa storia?
“Chiederlo a me ha un significato particolare: almeno Juliano, anche se non giocava mai, ha fatto due mondiali. Io neppure lo straccio di una convocazione. Solo perché giocavo nel Napoli. Se Insigne giocasse nella Juve o nell’Inter starebbe in maniera fissa nel giro dell’Italia. Senza tutte queste storie sul ruolo in campo e così via…”.
Fonte: Il Mattino