L’avevamo definito un esame, una prova essenziale per dimostrare che qualsiasi eventuale ambizione potesse essere sottoscritta, certificata in maniera inoppugnabile. Il segnale è stato deciso, forte, per almeno sessanta minuti il Napoli ha giocato sui ritmi che competono ad una squadra d’altissimo respiro, ha saputo soffrire, ha disputato una partita da grande squadra. In un contesto davvero ottimo ad emergere è il giocatore di spicco di questo gruppo, un giocatore che se gioca ai sui livelli in Italia sposta le partite da solo: Gonzalo Higuan, il Pipita è il migliore in campo della sfida di questa sera.
Stella – Nel corso della prima frazione di gara disegna calcio, una gioia per gli occhi le giocate dell’argentino al quale per davvero manca solo un pizzico di doverosa cattiveria. Un giocatore totale, lavora per i compagni e dispensa giocate sopraffine negli ultimi venti metri. Nel secondo tempo si eclissa come tutto il Napoli nei primi quindici, si eclissa come tutta la truppa partenopea, poi però parte la marcia azzurra. Freddezza e cattiveria, tutto ciò che era mancato nei primi 45 di gara per portare i suoi in vantaggio. Un destro carico di potenza su un velenoso pallone di Maggio che traccia il percorso verso la vittoria. La vittoria sulla Fiorentina rappresenta un’affermazione di platino, su un campo ostico e tradizionalmente non semplicissimo. Una consacrazione a tutti gli effetti, che vede nel puntero argentino un trascinatore indiscusso. Da quando il vero Pipita è tornato, la stagione azzurra ha assunto connotati che lasciano sognare, non è una semplice coincidenza.
Edoardo Brancaccio