In città si mormora, l’ambiente freme e i pali della porta del Napoli sembrano scottare come non mai dopo le ultime prestazioni di Rafael. I nostalgici già rimpiangono, o meglio, non hanno mai spesso di rimpiangere a gran voce la figura imponente e l’audacia tra i pali di Pepe Reina. Lo spagnolo, vero e proprio fuoriclasse del ruolo, era riuscito in poco tempo a conquistare tutto e tutti, dalla fiducia del mister, al rispetto dei compagni, fino alla sconfinata ammirazione del pubblico partenopeo. Qualcun altro, invece, più pragmatico ma non meno spazientito, auspica l’impiego di Mariano Andujar. Il 31enne portiere argentino, vice campione del mondo con la Seleccion Argentina, fu scelto già a gennaio scorso quando già il rinnovo di Reina sembrava poco più di un’utopia e c’era la necessità di affiancare esperienza alla gioventù di Rafael.
LA SCELTA DI RAFA – Ma nonostante quest’ultimo stia vivendo un periodo non certo brillante, e sebbene Benitez opterà come suo solito per un discreto turn over in vista dello Sparta Praga, l’esordio di Andujar con la maglia del Napoli è destinato a slittare ulteriormente. Il portiere ex Catania sta bene, fanno sapere da Castel Volturno, non ha problemi fisici di sorta. Quella di Benitez è una chiara scelta tecnica, nonché umana, che ha come scopo quello di dare continuità a Rafael che ha un estremo bisogno di acquisire quella sicurezza mista a moderata spavalderia che compongono la spina dorsale del prototipo del portiere da grande squadra.
DA DIMENTICARE – I gol presi domenica pomeriggio hanno messo in luce quello che appare come uno dei principali deficit di questa stagione. L’insicurezza di Rafael richia di costare caro al Napoli, un atteggiamento troppo remissivo che influisce su tutta la difesa. E se a questo uniamo i soliti problemi del pacchetto arretrato azzurro, ancora incapace di trovare i giusti meccanismi, ne viene fuori un quadro preoccupante. Dopo 270 rassicutanti minuti senza subire reti, i partenopei sono stati costretti per ben tre volte a raccogliere il pallone in fondo alla rete della porta difesa, con qualche affanno, da Rafael. Ed è un eufemismo: il brasiliano incespica in due errori grossolani che cancellano, di fatto, due interventi pregevoli (in particolare quello sul diagonale di Farias).
IL CARATTERE – Ma le gerarchie imposte dal trainer azzurro non mutano. Contro i cechi, nell’importante impegno di Europa League di domani, toccherà ancora a lui. Il portiere ex Santos, però, ha l’obbligo di mostrare quel carattere e quella verve ancora non pienamente espresse in azzurro ma già dimostrate in passato, proprio al Santos, del quale era uno dei leader non solo tecnici ma anche carismatici. Fa strano pensarlo adesso, ma il timido portiere visto in questi mesi in azzurro, è lo stesso che non più di qualche anno fa discuteva a muso duro contro i propri tifosi, in Brasile, facendo le veci di un’intera squadra, agendo e parlando da vero e proprio capitano.
Ormai è palese, il Napoli ha bisogno di leader. E perché no, uno di questi potrebbe essere proprio Rafael Cabral il quale non deve dal nulla scoprirsi un trascinatore di personalità, piuttosto, dovrebbe solamente ricordarsi di come ci si sente ad esserlo e, confortato dalla fiducia di Benitez, provvedere a dare una scossa alla sua avventura in azzurro.