L’anticipo di mezzogiorno al San Paolo è indigesto per il Napoli. Al San Paolo, gli azzurri sono costretti ad accontentarsi di un pareggio, ottenuto in rimonta contro un grande Empoli, arrivato in Campania con le motivazioni giuste. Un avvio shock porta Benitez in svantaggio di due reti, ma nel secondo tempo i partenopei reagiscono e dopo aver rimesso in sesto la gara, sfiorano pure il colpaccio. Resta comunque l’amaro in bocca per l’ennesima occasione sprecata.
Dopo Palermo, Chievo e Cagliari, il Napoli impatta ancora in casa con una piccola del campionato. Il San Paolo è diventato un fortino espugnabile per tutti?
Si. Il fattore interno non è più determinante, non lo è più da quando le cosiddette “provinciali” della Serie A arrivano a Fuorigrotta con la consapevolezza che non è impossibile andar via con qualche punto. Con una buona difesa e con una strategia di contropiede, infatti, queste formazioni riescono a mescolare le carte dei partenopei, che ancora non sono in grado di esprimere un gioco pieno e continuo. Sino alla scorsa stagione, gli azzurri erano quasi imbattibili tra le mura amiche e si pensi solo che nel campionato precedente, solo in 6 partite, Benitez non ha ottenuto i tre punti al San Paolo. In questa annata già siamo a 3 pareggi e ad una sconfitta, in sole sette partite disputate. Un bottino povero che non lascia presumere nulla di buono.
Dopo la sosta, la squadra non riesce più ad ingranare. Colpa del gruppo o dei singoli?
Tecnicamente, sia i meriti che i demeriti del Napoli vanno affidati quasi esclusivamente ai singoli. Non si è ancora vista una organizzazione completa di gioco, non c’è insomma quell’idea di fondo su cui basare ogni partita. Essenzialmente, è questa la grande differenza che divide il Napoli da squadra come Juve e Roma, e che mette in cattiva luce gli azzurri con avversarie come Genoa e Sampdoria. Le partite calde di questa stagione, quelle con Roma e Fiorentina, sono state caratterizzate da grandi prestazioni individuali, prestazioni che sono venute calando dopo la sosta. Il Koulibaly – oggi grande assente – di quelle due gare non lo si è visto più, stesso discorso vale per Jorginho e per David Lopez, involuto ai massimi, dopo la sua promozione a titolare. Anche in attacco le cose viaggiano su questa linea d’onda. Callejon sta accusando un periodo di stanchezza dopo i fasti di settembre ed ottobre e tutta la squadra ne risente. Per non parlare poi di Hamsik.
Sempre il capitolo Hamsik. Oggi sono arrivati i primi fischi della storia per il capitano azzurro. La ripresa è lontana?
A vedere la gara di oggi, sembra abbastanza improbabile che la ripresa avvenga in tempi brevi. I fischi di certo non lo aiutano ed anche Benitez ha amesso in conferenza stampa che il ragazzo si deve rilanciare. Il problema è proprio il clima che si è creato intorno allo slovacco. Il capitano azzurro sembra essere imprigionato in una gabbia, tra le tante pressioni che la piazza ripone su di lui ed il modulo del tecnico spagnolo che non lo valorizza. In molti chiedono un po’ di panchina per Marek ed a questo punto – visto il grande apporto di De Guzman – nonostante l’emergenza in attacco, è possibile che arrivi il riposo. Si sta delineando, però, la seconda stagione consecutiva negativa per lui. Forse a maggio, qualcuno si farà qualche domanda, basta soltanto pensare che fino ad un anno e mezzo fa, questo giocatore veniva ripetutamente paragonato a Gerrard e Lampard.