L’Italia intera ha avuto modo di apprezzarlo ieri allo Juventus Stadium, autore di una prestazione sontuosa e di una magnifica rete che ha arrestato la marcia Juventus, almeno per il momento.
All’indomani della sconfitta di Milano, per il Napoli ed i suoi tifosi, Manolo Gabbiadini rappresenta l’unica ventata di ottimismo che tiene ancora in vita il castello delle speranze. Ma forse è il caso di ridimensionare notevolmente i termini.
Non si può forse parlare di castello bensì di casa e in quella del patron De Laurentiis mancano le fondamenta. Così il rischio di inserire quello splendido mattone in un contesto destinato a non vivere di chissà quali luci è tristemente forte.
Il Napoli non ha più un suo iter, si è smarrito partita dopo partita, perdendo punti preziosi e non giocando mai veramente fino in fondo da grande squadra. Eccezion fatta per Napoli – Roma.
I risultati nel calcio, così come nella vita, hanno la capacità di nascondere le crepe e quando non arrivano ecco che gli scricchiolii diventano sempre più forti ed avvertibili da chiunque: così la mancanza di una vera progettualità fa sempre più rumore.
La mancanza di un centro sportivo o di un qualsiasi bene di proprietà, la scelta conseguenziale o quasi di non puntare più di 500mila euro a stagione sulla scugnizzeria, le decisioni non sempre condivisibili in sede di mercato.
E poi dare le chiavi di questa casa a Rafa Benitez, allenatore che in termini di produttività ad oggi non ha dato nulla di suo né alla squadra e né alla società con il serissimo rischio che a giugno – o addirittura prima – saluti tutti senza troppi rimpianti.
Gabbiadini arriva in un appartamento storico con molte crepe e un proprietario che non ha alcuna intenzione di investire: il rischio di crollare c’è ma è altrettanto forte la suggestione di rivederlo rifiorire in fretta anche grazie ai propri gol e con una nuova vita da protagonista.
@AntonioManzo