Ha giocato con la maglia azzurra nel periodo più buio della storia del Napoli, dal 2001 al 2004, ma da nove anni vive e gioca a in Qatar a Doha. Si tratta di Fabio Cesar Montenzine che in vista della Supercoppa italiana tra Juve e Napoli, ha rilasciato un’intervista a Il Mattino.
Ricordi: ” Quando c’ero io giocavamo in serie B e lottavamo per la salvezza, poi arrivò il fallimento della società. Speravamo tutti che la squadra tornasse competitiva, a questi livelli, e il sogno è diventato realtà“.
Già adesso il club azzurro è cresciuto, è cambiato ma lui continua a seguirlo: “L’esperienza a Napoli è rimasta nel cuore della mia famiglia, in quella città è nata Larissa, la mia seconda figlia. Sono rimasto tifoso della squadra e da tifoso mi auguro che sia sempre al primo posto, in lotta per lo scudetto o per la partecipazione alla Champions. La stagione è cominciata male, appunto con la sconfitta nel play-off Champions, ma il Napoli è ancora in corsa in Europa League e per conquistare il terzo posto in classifica. E per vincere il trofeo a Doha“.
Dunque ancora pochi giorni e poi sarà il momento di Juve-Napoli. L’attesa nella capitale qatariota è abbastanza alta: “Non c’è l’entusiasmo dell’Italia o del Brasile, il calcio deve crescere molto in Qatar, diciamo che sono i tanti stranieri che vivono a Doha ad attendere con particolare ansia questo appuntamento. Si gioca sul campo in erba dell’Al Sadd, la temperatura sarà gradevole, sui 20 gradi. Lo stadio è moderno, le due squadre si troveranno bene. E chiaramente spero che particolarmente bene si trovi il Napoli“.
E a proposito di Napoli e Qatar, la voce di un possibile arrivo all’ombra del Vesuvio di uno sceicco sono arrivate fin là: “Letto, più su giornali e siti italiani che sui media locali. Era stato fatto il nome del presidente della Federcalcio del Qatar, lo sceicco Ahmad Al Thani. Ho chiesto notizie a lui e mi ha detto che non c’è assolutamente nulla. E gli credo perché gli sceicchi sono interessati al calcio ma hanno altre strategie. Sono attirati dalla Premier inglese e dalla Ligue 1 francese:è in questi Paesi, più vicini ai loro business, che hanno deciso di fare investimenti calcistici“.