Quanto tempo serve per gridare alla crisi? Nel mondo del calcio non esistono tempi certi per spiegare determinati fenomeni; tutto può infiammarsi all’improvviso o risolversi d’un tratto in una bolla d’aria. Tre panchine nelle ultime quattro partite, un gol che manca dal Cagliari possono essere segnali d’allarme? Troppo poco se il tuo nome è Gonzalo Higuain, ma ciò che si avverte è tutt’altro che incoraggiante e c’è già chi ha cominciato a parlare di “caso”. L’esplosione del paziente Zapata non può certo fungere da spiegazione univoca.
Interrogato sull’argomento, l’allenatore del Napoli, Rafa Benitez, è stato piuttosto chiaro: “Duvan sta facendo molto bene ed è davvero in forma, ma Higuain è fondamentale per noi. È un campione”.
La crescita esponenziale di Zapata è sotto gli occhi di tutti. Il colombiano ha impressionato per potenza fisica, cinismo sotto porta e una media realizzativa da fare invidia: una rete ogni 77 minuti. Numeri da capogiro per un ragazzo che si è dimostrato abile nel saper sfruttare quasi tutte le occasioni concesse, mettendosi in luce alle spalle di un mostro sacro come Higuain. Le gerarchie non sono mai sembrate nettamente in discussione, nonostante il recente passato. Qual è, dunque, il motivo di tale apprensione riguardo l’attaccante argentino? La sensazione è che Napoli ed Higuain si siano allontanati, non bruscamente ma in maniera lenta e graduale.
Poter contare sull’affidabilità di Zapata è un’arma preziosa a disposizione di Benitez e della squadra, ma Napoli deve tornare a credere nelle potenzialità e nel carisma del suo fuoriclasse, del calciatore più acclamato (e pagato). Colui che è arrivato con la stigmate del top player. E Higuain, dal canto suo, deve dimostrare di saper e poter interpretare questo ruolo, cucitogli addosso fin da subito ma che di recente sembra stargli un po’ stretto.
E quale occasione migliore se non la supersfida contro la Juventus? La finale di Supercoppa italiana appare come possibile antidoto ai problemi che attanagliano il Napoli e il bomber. Un match senza appello, affascinante. Una serata di gala dove poter dimostrare tutto: passione, attaccamento, appartenenza, senza tralasciare l’immensa classe di cui il centravanti nativo di Brest dispone. Può e dev’essere la sua partita. Gli stimoli di certo non mancano: una vittoria da protagonista contro la rivale di sempre, prima in classifica e schiacciasassi nelle ultime stagioni in Serie A, lenirebbe di certo tante di quelle ferite che il Napoli e lo stesso Higuain si portano dietro da tempo. La sfida tutta argentina con Carlitos Tevez rappresenta un altro elemento non trascurabile e che potrebbe accendere l’ex Real Madrid.
Il momento è giunto. Doha come cornice di un appuntamento galante atto a far riaccendere la scintilla tra Higuain e Napoli, la sua gente, i suoi tifosi. Un popolo azzurro il quale mai come in questo momento sente la necessità di identificarsi in un leader, un trascinatore capace di illuminare nei momenti di difficoltà.
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