Il giorno dei giorni è arrivato. Il conto alla rovescia è ormai partito da mesi, il countdown è giunto al suo termine e porta una data: 22 dicembre 2014. Mancano infatti pochissime ore al big match di Supercoppa tra Juventus e Napoli, un appuntamento da vivere tutto d’un fiato, così come le due squadre immerse nella splendida cornice di Doha, nota cittadina del Qatar scelta dai vertici calcistici italiani per ospitare il blasonato evento. Nonostante la grande distanza dall’Italia ed una trasferta a dir poco disagevole per costi e tempistiche, alle 18.30 ora nostrana gli orologi dei tifosi bianconeri ed azzurri si fermeranno inesorabili dando spazio ad ansie, timori, aspettative e speranze. E’ in palio il primo trofeo della stagione, ancor prima del giro di boa del campionato ma anche la possibilità di confermare o invertirne le gerarchie, in un momento per i due club molto delicato.
LE ASPETTATIVE. Juventus e Napoli arrivano in maniera molto diversa a questo appuntamento. I bianconeri di Allegri sono primissimi in classifica nonostante il costante fiato sul collo di una Roma che non molla la presa ed insegue senza sosta. I piemontesi macinano vittorie, reti e record, confermandosi squadra da battere nonostante il cambio in panchina ad inizio stagione. Gli azzurri di Benitez invece, sono reduci invece da mesi altalenanti, fin troppo. Dal flop inaspettato in Champions ai fasti d’Europa League, dalla bellissima prestazione contro la Roma ai pari contro Cagliari, Empoli e Palermo il passo è fin troppo breve, causando malumore in una piazza che grida a gran voce la Coppa, ancor più per strapparla all’antagonista di sempre, la Juventus. Un trofeo che manca da decenni, non solo per arricchire una bacheca non ricchissima ma per dare una sterzata convincente, quella definitiva, ad un’annata in chiaroscuro ed al momento ancora senza obiettivi precisi. Le motivazioni ci sono, la concentrazione ed il lavoro anche. E si sa, i partenopei le partite secche le preparano molto, molto bene.
SCRIVERE IL FUTURO. La Supercoppa non è un mero simbolo, come in molti pensano. Non se ne vincono tante nella storia di un club e soprattutto è frutto di un lungo cammino che termina con lo Scudetto o la Coppa Italia. Per il Napoli poi, è anche qualcosa in più: la possibilità di rivalsa dopo un boccone amarissimo da digerire e che fa fatica ad essere dimenticato, che risale all’agosto del 2012. Pechino è ancora ben impressa nei ricordi di tutti e chi c’era, come capitan Hamsik e Christian Maggio, ne conoscono bene gli strascichi. Ma adesso è tutta un’altra storia. Il Napoli è cambiato, rinnovato, maturato e conosce l’importanza di un trofeo a metà stagione, per regalare ottimismo alla piazza ma anche a se stessi, per darsi uno stimolo in più per la seconda parte del campionato e puntare in alto, dimostrando a tutti il proprio valore ed in particolar modo a quei tifosi troppo delusi da risultati a tratti poco convincenti.
Gli occhi dell’Italia tutta, d’Europa e del Mondo saranno a breve puntati su Doha. Appuntamento alle 18.30 ora italiana a caccia di un sogno, con la speranza che, ancora una volta, il Napoli torni all’ombra del Vesuvio sul carro dei vincitori.
Alessia Bartiromo
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