Strepitoso, l’anima vibrante di questa vittoria. Il migliore in campo per SpazioNapoli è…

Una vittoria di quelle che lasciano il segno, un trionfo che può indirizzare sui giusti binari la stagione degli azzurri. La prima metà, ricca di alti, bassi e molte amarezze, va agli archivi con una gioia. Gioia che all’ombra del Vesuvio non è mai banale, la vittoria di un titolo è sempre un momento da incastonare a dovere, a impreziosire la storia di questo club. Un trionfo sofferto, al cospetto di una Juventus che ha affrontato questa finale con il piglio della grande squadra. Un alloro che appartiene al gruppo, la truppa di Rafa Benitez – sempre più vero e proprio guru delle coppe – ci ha creduto fino alla fine, anche quando la seconda prodezza di Carlos Tevez sembrava aver sancito l’ennesimo epilogo amaro. Un gruppo che si specchia nelle parate di Rafael, nel cuore di Gargano, nella finalmente ritrovata personalità di Marek Hamsik ma che ha un primattore che, come ovvio, si prende la prima pagina, doverosamente: Gonzalo Higuain. L’argentino è il migliore in campo della sfida di stasera.


Hombre del partido – Delantero purosangue, le origini – di nascita – francesi, non cambiano la sostanza. Carattere, personalità, tecnica sopraffina, opportunismo, Higuain è stato la vera e propria anima degli azzurri in questa finale. La palla pesava, scottava, ed il Pipita non ha di certo mancato l’appuntamento. Tarda a carburare, emerge solo sul finire della prima frazione di gara con due lampi, due immediati messaggi al connazionale Tevez, Higuain non sarebbe rimasto a guardare. Nel secondo tempo esplode in tutta la sua fragorosa essenza, centravanti completo, in grado di sciorinare un repertorio ampio e mai banale, abbinato ad un senso del goal proprio di pochi. Il pubblico degli Emirati resta in piedi allibito quando addomestica una pallone morbido di Hamsik e cerca la giocata geniale, un pallonetto sublime che sibila verso la porta bianconera stampandosi, però, sul palo. Tutto avrebbe potuto mantenere le sembianze del rimpianto, quella sensazione che ha troppo spesso attanagliato gli azzurri quest’anno, ma la sorte voleva diversamente. Il guizzo con cui De Guzman lascia di sasso Pereyra e serve un pallone da incorniciare è l’esempio di come la Tuke questa sera, non avrebbe voltato le spalle ai partenopei. Rabbia, freddezza e cattiveria nel colpo di testa con cui Higuain batte Buffon e sigla l’1-1.

Fino alla fine – Ma lo spettacolo non poteva di certo finire qui, la partita anche nel corso dei supplementari è palpitanti, ma gli azzurri sembrano patire lo sforzo perseguito per agguantare il pari. Il Napoli arretra, e con lui Higuain, ma il goal di Tevez spariglia, nuovamente, le carte. Il Pipita non ci sta, e ci prova fino alla fine, uno spunto a superare Bonucci culmina con un gran tiro, ma un sontuoso Buffon nega il nuovo pari. Tutto sembra perduto, ma non è così, quasi allo scadere l’agguato, il colpo d’opportunismo a sugellare una serata strepitosa. Due a due e si va ai rigori. Rigori dove il Pipita non trema, attendendo le parate di Rafael. Poi spazio solo alla festa.

Edoardo Brancaccio

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