La rivincita di Walter Gargano: dai fischi alla finale di Supercoppa. Storia di un leader che non si è mai arreso

Partiamo dalla fine. Dal minuto 118′: Walter Gargano sembra allungarsi la palla dopo un colpo di testa avversario, la trattiene, propone lo scambio in triangolazione e si allarga per il cross: è il primo cross decente della partita, dopo quello di De Guzman per il Pipita dell’1-1. La palla viaggia verso l’area di rigore, rimpalla, rimane lì, poi quella bestia d’area di Higuain la piazza alle spalle di Gigi Buffon, colpendolo in controtempo.

Partiamo dalla fine, ma la partita di Walter Gargano è stata degna di un lottatore. Da tempo non se ne vedevano così. Un’infinità di palloni recuperati a metà campo, una serie di match individuali con gente del calibro di Vidal, Pogba, Marchisio. Un’ora e mezza passata a rincorrere Prilo, a bloccare la nascita del gioco avversario: se la Juve ha demeritato così tanto, proprio a centrocampo, è merito di quel trottolino di Gargano, scheggia impazzita pur di difendere la propria area di rigore. Insieme a David Lopez, opaco ma efficace, è riuscito a fare il lavoro di quattro. Ringhia, corre, lotta: proprio come piace a noi. E, al 118′, quel cross decisivo per riacciuffare una partita che sembrava persa.

Ha vinto Benitez che ha creduto in lui fin dal suo arrivo a Castel Volturno, stringendo un patto di onestà con l’uruguaiano. Ha vinto il signor Walter Gargano, tornato tra mille polemiche, che è riuscito a riguadagnarsi la stima dei tifosi e dell’ambiente nonostante l’ostilità di una piazza difficile da riconquistare. Onore a Benitez, che l’ha schierato dal 1′ minuto, onore a Walter, che ha lottato come piace a lui, come piace a noi. Perché, alla fine, conta chi non si è mai arreso. Gargano è uno di quelli.

Raffaele Nappi

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