Il Napoli ai tifosi. Questo il motto di Aurelio De Laurentiis, che ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli ha sottolineato l’importanza dei sostenitori nel suo progetto. Sedersi a un tavolo con trenta rappresentanti, per discutere le soluzioni migliori per rendere grande il Napoli. A detta del patron sono i tifosi che sanno cosa serve alla squadra azzurra. Proprio quei sostenitori che appena poche settimane fa muovevano qualsiasi sorta di accusa al presidente della Filmauro, rimproverato di non aver costruito un team che potesse essere competitivo a trecentosessanta gradi. Ma Aurelio De Laurentiis non avverte le critiche. Pensa soltanto a far felice una piazza esigente ed a rendere il Napoli grande.
Ma come si rende realmente grande una squadra che non ha il fatturato dei top club europei? Serve un piano ben studiato, un progetto a lungo termine. Quello che si definisce Fair Play finanziario. Proprio grazie ad esso il Napoli può contare su un bilancio sempre in attivo, a differenza di molti top club europei con i conti in rosso e che saranno sottoposti a sanzioni e a multe salate. Il City e il Psg, tanto per fare nomi.
I tifosi vanno rispettati, eppure dovranno aspettare. Perché il presidentissimo ha stilato un progetto a lungo termine che possa rendere grande il Napoli per molti anni. Inutile, a detta del presidente, spendere e spandere per trovarsi indebitati dopo appena due anni, come successo in un passato ancora abbastanza recente. Anzhi, Malaga, Monaco. Tutte squadre a cui erano stati promessi trionfi e gloria, e che invece sono state smantellate dopo pochi anni per far fronte ai bilanci nettamente in passivo.
La stabilità economica prima di tutto. Niente spese folli, ma solo mosse ponderate e studiate a tavolino. Come Gabbiadini. Ben 13 milioni ed un contratto quinquennale per uno dei giovani più interessanti del panorama calcistico italiano. Soldi investiti per calciatori che possano assicurare rendimento ma anche una crescita. I tifosi abbiano dunque la pazienza di aspettare: il momento del Napoli, prima o poi, arriverà. E durerà a lungo.
Vittorio Perrone
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