Dicono che la miglior difesa sia l’attacco. E allora facciamo due conti: Higuain, Zapata, Mertens, Insigne, Gabbiadini, De Guzman, Hamsik, Callejon, Michu. Con questi 9 giocatori offensivi mister Benitez è chiamato a rimodulare ad ogni partita il reparto avanzato. Mica male, a prima vista. Ma andiamo nello specifico.
Partiamo dall’inizio, e quindi dal più forte. Gonzalo Higuain è, insieme a Carlos Tevez, probabilmente l’attaccante più forte del campionato italiano, e uno dei migliori in Europa, nessun dubbio al riguardo. Da solo decide le partite, regala punti pesanti, spacca in due le gare: vedi Firenze, vedi Roma (con la Lazio), vedi Roma (al San Paolo). Insomma, mai come in questo caso, un nome, una garanzia.
Mertens e Callejon, poi, non si discutono. Il primo è arrivato tra i dubbi dell’ambiente, sorprendendo tutti con una stagione stratosferica, considerate le aspettative. Varia da destra a sinistra, si scambia di ruolo senza intaccare con i risultati: imprevedibile, a tratti geniale, fondamentale per il gioco di Benitez. E Callejon? Lo spagnolo, proprio col Napoli ha guadagnato la sua prima presenza in nazionale. Un fulmine sulla fascia, evanescente per 80 minuti, capace di tirare fuori dal cilindro, così, all’improvviso, la giocata vincente. E con una capacità realizzativa entusiasmante.
Zapata, dal canto suo, si guadagna la pagnotta, con il lavoro giornaliero e con prestazioni superbe, ogni qual volta è stato chiamato in causa. 4 gol in stagione per il colombiano sono un ottimo bottino finora, con un rimpianto grande così su quell’azione contro la Juve che poteva portare al pareggio. E invece…
Insigne, da quel maledetto contrasto di Firenze, sembra stia recuperando a grandi passi. Ci manca, e le sue giocate saranno fondamentali per la cavalcata finale.
Gabbiadini è l’ultimo arrivato, ma ha potenzialità enormi. Ha già fatto vedere tanto con la Samp e in Nazionale Under 21: è giovane e motivato. Ha dalla sua l’età, e un ambiente che non aspetta altro che vedere le sue giocate. Non può sprecare un’occasione così.
Hamsik e De Guzman, poi. Il primo, discontinuo, il secondo, una sorpresa. Se per il capitano la vera rinascita non c’è stata, l’olandese, invece, ha convinto pian piano tutti, fino a diventare pedina importante nello scacchiere di Benitez.
Michu, infine: resta da capire lo stato di forma, la voglia di continuare l’avventura azzurra, la voglia, da parte di Benitez, di credere ancora in lui.
Insomma, pare che le cose non stiano proprio così male. Il reparto offensivo del Napoli sembra una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere ad ogni partita. Contro le grandi o contro le piccole non fa differenza: l’importante è che si inneschi il meccanismo giusto. E con un reparto così, il terzo posto non deve essere un’utopia.
Raffaele Nappi
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