Spesso lavora in silenzio, contatta senza essere rintracciato, chiama senza essere visto, si fa sentire senza fare rumore. Tesse le sue trame di mercato tutto l’anno, perché il mercato non dorme mai. Agisce con pacatezza e determinazione allo stesso tempo. Pesca in campionati esteri, ha lungimiranza e fiuto. Insomma, diciamocelo chiaramente: Riccardo Bigon è uno che ci sa fare.
Il DS azzurro in 4 anni e mezzo ha dato stabilità alla squadra, proiettandola in una dimensione internazionale. Il Napoli è una squadra di spessore, e il merito è anche un po’ suo: provateci voi a lavorare tutti i giorni con uno vulcanico come De Laurentiis, provateci a soddisfare ambizioni di milioni di tifosi, a sentire i consigli di altrettanti allenatori che dicono la loro ad ogni partita, ad ogni prestazione, su ogni giocatore dei 5 continenti.
Riccardo Bigon è stato capace di trovare l’equilibrio giusto tra sogno e progetto: e non sono solo i trofei a confermarlo. La società ha i conti in ordine (non sottovalutiamolo) e il futuro ha l’orizzonte spalancato.
Bigon è riuscito a portare all’ombra del Vesuvio campioni veri, Callejon, per fare un nome, e giocatori che tutto il mondo c’invidia (il nome Gonzalo vi dice qualcosa?). Bigon ha fiutato lontano, e ha vinto le scommesse (vedi Mertens). Bigon ha puntato sul campionato italiano (Gabbiadini) come su quelli stranieri (vedi Strinic).
Insomma, tra un “ci può stare” e un fuorigioco di troppo, tra le polemiche, i gol non visti, i rigori generosi e quelli non dati, tra i rigori decisivi e quelli parati, Riccardo Bigon continua a lavorare nell’ombra, 365 giorni l’anno, in cerca del prossimo colpo. Se siamo grandi il merito è anche suo.
Raffaele Nappi