Gargano da standing ovation, contro l’Inter due dati lo confermano un giocatore insostituibile

Riavvolgendo il nastro degli ultimi sei mesi in casa Napoli, forse nessuno avrebbe neanche lontanamente immaginato che, a questo punto della stagione, tra i migliori in campo ci sarebbe sempre stato Walter Gargano. Proprio il giocatore arrivato in extremis a Dimaro e riconfermato a pieni voti da Benitez dopo il ritiro estivo, spendendo subito per lui parole d’elogio e di stima. Poco tempo per godere della fiducia dello staff tecnico, molto di più per riconquistare i tifosi all’ombra del Vesuvio, che non avevano affatto dimenticato i suoi attestati d’amore e di stima nei confronti dell’Inter. Ma a suon di prestazioni di carattere, lavoro e mantenendo sempre un profilo basso lasciandosi ogni tipo di polemica alle spalle, l’uruguaiano ha saputo rimettere insieme ogni tassello di un puzzle che si rivela ogni giorno sempre più vincente.

UNA CONFERMA, NON UNA SCOPERTA. Che il Mota sia ormai una pedina imprescindibile nello scacchiere tattico di Benitez non è una sorpresa, bensì una conferma, come le sue enormi qualità. “E’ un giocatore che dà sempre il massimo in campo, che aiuta i compagni e trascina la squadra, un vero esempio sia nel giorno della partita che durante la settimana in allenamento”: ecco come lo ha descritto il tecnico spagnolo solo qualche giorno fa ed anche ieri sera in Coppa Italia contro l’Inter, non ha disatteso le aspettative. Si, proprio l’Inter, la squadra che lo ha fortemente voluto nel 2012 per poi privarsene senza una giusta motivazione nonostante un’immensa crescita. Di acqua sotto i ponti ne è passata e Gargano è diventato un centrocampista maturo ed importante, ben diverso anche da quel giocatore approdato all’ombra del Vesuvio nel 2007, a poco più di venti anni.

LA TATTICA. Anche ieri al “San Paolo” ha dato riprova di tutte le sue migliori qualità: grandissimo spirito di sacrificio fungendo da collante per i reparti, pressing asfissiante al portatore di palla avversario, grande corsa e lucidità, dribbling, intelligenza tattica e grande recupero di palloni sulla mediana. Non è un caso che appartiene a lui il record di recuperi, ben 27 e soprattutto passaggi riusciti che ammontano a 61, mixando carattere e precisione. La più grande soddisfazione però, non sta nei numeri ma nella risposta del “San Paolo”, lo stesso che, solo qualche mese fa lo fischiava ingiustamente intimandogli persino di svestire la casacca azzurra. Gli stessi sostenitori adesso, gli dedicano i migliori applausi: tutti meritati, tutti sentiti ed appassionati. E nulla importa se qualcuno ancora storce il naso per quelle frasi che ormai appartengono al passato, confermandosi solo una minoranza rispetto chi lo apprezza. Perché il numero settantasette partenopeo è davvero un esempio da seguire, l’anima di un Napoli grintoso e cinico e come tale va realmente preservato.

Alessia Bartiromo
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