Le gerarchie dei portieri del Napoli cominciano a scricchiolare. La differenza tra primo e secondo non è mai stata così sottile come ora dall’inizio della stagione.
Non succedeva da anni, forse dal 2009, quando Morgan De Sanctis, arrivato tra lo scetticismo generale dei tifosi, convinceva poco. Anzi pochissimo. Dopo alcune prestazioni tutt’altro che esaltanti, la gente chiamava a gran voce l’allora secondo portiere – l’anno precedente primo – Gennaro Iezzo, vera e propria bandiera azzurra. Il portiere pescarese seppe poi riscattarsi a suon di parate, neutralizzando anche tre rigori e mantenendo la porta inviolata per 588 minuti in 6 partite.
La situazione adesso è ben diversa. La confusione è arrivata nel bel mezzo della stagione e non ad inizio anno come nel caso di De Sanctis. Dopo essere stato nominato primo portiere azzurro e difeso a spadatratta più volte da Benitez, Rafael è in crisi d’identità, avendo perso la fiducia nei propri mezzi e (forse) anche il posto. Lo dimostra l’alternanza in Europa League, impensabile ad inizio stagione. “Gioca sempre Rafael perchè ha bisogno di continuità”, il diktat del tecnico spagnolo.
Poi la svolta: in seguito alla prestazione disastrosa del brasiliano col Palermo, giovedì in Europa League spazio al giocatore argentino. Forse per tutelare il n°1 azzurro, oppure semplicemente per mancanza di fiducia. L’altro indizio è il cambio di atteggiamento dello stesso allenatore del club partenopeo. Dal “Rafael è il nostro titolare inamovibile” si è passati al “Non ho ancora deciso chi scenderà in campo lunedì, entrambi hanno il 50% di possibilità”.
Ed è proprio questa confusione in un ruolo così delicato come quello del portiere che potrebbe trasmettere ancora più insicurezza ad una difesa già di suo non impeccabile. La questione è da risolvere al più presto, il Napoli ha bisogno di una certezza: il portiere titolare.
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