Un lavoro certosino, costante, fatto di metodo e applicazione. L’esperienza partenopea di Rafa Benitez è l’emblema dei dettami ripetuti pedissequamente dal tecnico spagnolo. Partire da un’idea costruendo un progetto ambizioso, che ha vissuto in maniera inconfutabile una sterzata importante dall’approdo del tecnico madrileno in riva al Golfo. Il Napoli in lotta a marzo su tutti i fronti, in ogni competizione, con un titolo in bacheca, ha i segni fortissimi dell’ex tecnico di Valencia, Liverpool e Chelsea. Una rosa profonda, con ancora qualche lacuna ma in costante rotazione. “Non si può nuotare e poi morire sulla spiaggia”, Benitez lo sa bene e questo è stato il suo vademecum, priorità al lavoro e necessario tenere alta la tensione della rosa, tutti pronti al momento opportuno.
Presente – Contro il Torino la sfida si promette ostica, una squadra imbattuta dalla sconfitta nel derby, all’ultimo minuto, contro la Juventus capolista, novembre scorso, quasi un’eternità. Sfida in cui, come si nota nelle dichiarazioni rilasciate a Radiogaceta de los esportes, l’allenatore partenopeo dovrà, una volta in più, mostrare di aver compreso a pieno le difficoltà insite in un calcio, quello italiano, da cui attingere ed ampliare un bagaglio immenso d’esperienze: “Tatticamente in Italia si è sempre pungolati. Ad esempio domenica affronteremo una squadra come il Torino, abile a passare da una difesa a tre a una cinque e viceversa. In Inghilterra l’aspetto tattico è più fossilizzato sul 4-4-2 o sul 4-3-3, mentre la Spagna è una via di mezzo, con il gioco che scorre molto veloce”. Osmosi necessaria per imporsi ad ogni livello, principio dal quale le intenzioni del tecnico azzurro non possono prescindere, l’obiettivo è acclarato, garantire una crescita sempre più costante e repentina alla realtà azzurra. Non un processo di italianizzazione, semplicemente una conoscenza sempre maggiore di un calcio che comincia a toccare nelle corde più profonde.
Futuro – Obiettivi ambiziosi, dicevamo, da raggiungere nonostante un fatturato inferiore rispetto ad altre contendenti. Quinto fatturato in Italia, nel mirino, però, la seconda piazza, Champions diretta con la quale programmare con calma, e largo anticipo, un’ennesima annata da protagonisti: “Il club mantiene sempre i conti in ordine, ogni anno. Un aspetto fondamentale, che però può condizionare quando c’è da lottare per vincere qualcosa. Perchè ci sono squadre che, anche facendo quadrare i conti, hanno un potenziale più alto del nostro e per questo dobbiamo lavorare di più rispetto a loro”. Lavoro e preparazione, poli che si toccano, in una necessaria linea di continuità che lascia aperti spiragli di proseguo da un lato e la certezza della solidità di un progetto da un lato: “La gente mi vuole bene, io voglio dare tutto quel che posso. Non so quando andrò via, ma non mi interessa il mio futuro, piuttosto quello del club e la sua crescita. A breve parleremo del mio rinnovo”. Benitez o non Benitez? Sarà d’obbligo sfogliare la margherita ancora per un po’, la certezza è che il work in progress ha un un’unica priorità, un Napoli sempre più europeo, competitivo, all’altezza, a prescindere dalla guida tecnica. Un sorriso in più per i tifosi azzurri.
Edoardo Brancaccio