Quanto di più lontano dal centravanti vecchia maniera, mobile, attivo su tutto il fronte d’attacco, pronto a scorgere gli inserimenti degli avanti azzurri disegnati da Rafa Benitez. Gonzalo Higuain abbina uno scorre invidiabile, 19 centri stagionali, a movenze da dieci, pronto a danzare tra le linee e ad innescare le folate dei compagni, grazie ad una classe che, abbinata ad un intuito non comune, costruisce un mix devastante
Chiave di volta – Nodo cruciale da cui gli azzurri dovranno attingere nel posticipo di questa sera, la retroguardia dell’Inter non si esalta di certo per mobilità e reattività, nella metà campo nerazzurra si prefigura una reale partita a scacchi, con i mediani interisti – Brozovic e Medel in particolar modo – posti come argine a supporto della coppia Ranocchia – Juan Jesus, a contrastare la mobilità e l’imprevedibilità della fase offensiva partenopea. Essenziale si prospetta il lavoro del Pipita, passo cadenzato sulla trequarti, accorciando e allungando, senza garantire punti di riferimento. Tre sponde a partita in media, doppia cifra per appoggi ai compagni, l’attaccante, nativo di Brest ma argentino nel sangue, è l’emblema del fulcro di gioco. La freccia più affilata nella faretra del tecnico spagnolo, che vive al momento – dal punto di vista realizzativo – un leggero appannamento, ultimo sigillo al San Paolo proprio contro i nerazzurri, stasera l’intento è quello di tornare trascinatore e protagonista.
Edoardo Brancaccio