Da Maggio a Gabbiadini, il tour de force miete vittime. C’è un obbligo per Benitez…

L’esiguo impiego nella sfida del San Paolo contro l’Inter aveva sancito una certezza pressoché inconfutabile: Manolo Gabbiadini in prima linea, a trascinare il pacchetto offensivo azzurro nella sfida d’andata degli ottavi di Europa League contro la Dinamo Mosca di Stanislav Cherchesov.

Profetico – In mattinata, però, l’annuncio dell’assenza del talento ex Samp nella sfida di stasera, ai box per un affaticamento muscolare. Da valutare il possibile impiego nella sfida di domenica al Bentegodi contro l’Hellas Verona nel posticipo delle 18. Impossibile non far ricadere il pensiero alla vigilia di Napoli-Inter, quando Rafa Benitez imbeccato sull’impiego non sempre costante di Gabbiadini, dopo aver lodato la profondità delle scelte possibili in avanti offerte dalla rosa azzurra, chiosò con un sibillino: “Voglio comunque sottolineare che un giocatore non può giocare tutte le partite”. Men che meno un atleta come il numero 23 partenopeo, che sebbene giovane non è ancora avvezzo ad una costanza di impegni così ravvicinata e ad una tale intensità.

Croce e delizia – Proprio nel periodo in cui l’infermeria ha offerto due notizie dolcissime, i tanto agognati ritorni, ufficiali e prossimi, di Zuniga ed Insigne. L’altro lato della medaglia è rappresentato dagli stop in sequenza, negli ultimi dieci giorni, di Maggio, Gargano, Britos e in ultimo Gabbiadini. Sintomi pulsanti della vorticosità di impegni, del momento cruciale della stagione. Infortuni fortunatamente non gravi, ma che delineano il quadro dell’oneroso impegno nel sostenere, alle porte della primavera, ancora una lotta aperta su tre fronti. Fondamentale la rotazione sempre incensata, e rimarcata, dal tecnico spagnolo. L’obbligo è attingere al massimo dalla rosa azzurra, in un rush finale senza sosta.

Edoardo Brancaccio

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