Avanti insieme spalla a spalla per infrangere altri record. E’ un Napoli d’acciaio quello che esce indenne dalla Chimki Arena e senza particolari patemi strappa la qualificazione ai quarti di finale della competizione. Senza badare, almeno per ora, a quali sono le potenziali avversari, giunge subito una considerazione: adesso il Napoli può davvero crederci. La finale di Varsavia non è più un miraggio.
Azzurri ai quarti di una competizione europea dopo 26 anni. Corsi e ricorsi storici. Più che altro, questa qualificazione rappresenta un cambiamento radicale rispetto ai passati anni, un urlo di liberazione di una piazza stufa di rimediare figuracce in Europa League. Nessuno a Napoli ha dimenticato il pesantissimo doppio K.O. rimediato contro il Viktoria Plzen, dopo un girone opaco passato per il rotto della cuffia. Perché a Napoli, negli ultimi anni, si è diffusa l’idea che l’Europa League andasse snobbata, che arrecasse più danni che soldi nelle casse della società. Ci è voluto Rafa Benitez, un tecnico che di coppe se ne intende, per far capire all’ambiente che successi europei possono portare soltanto benefici. E così è arrivata, in poco meno di due anni, una qualificazione storica che lascia ben sperare in vista del prosieguo della competizione.
Adesso la finale è meno lontana. Varsavia sembra una tappa davvero raggiungibile, ma il percorso è arduo e non privo di insidie. Lo sa bene Rafa Benitez, che conosce dettagliatamente i pericoli dell’Europa League, avendola vinta ben due volte. Il cammino per la finale parte da Mosca, tappa importante per la maturazione azzurra. Effettivamente, il Napoli visto alla Chimki Arena ha dimostrato di aver acquisito una certa dose di esperienza rispetto al passato. Gli azzurri non sono mai stati bravi a mantenere i vantaggi maturati. Come quando, nel 2012, subirono una rimonta cocente sul campo del Chelsea.
Qualcosa è cambiato, nella mentalità societaria così come sul campo. Un bagaglio di esperienza che risulterà fondamentale nel corso del tragitto. Un tragitto che si spera duri quanto più tempo possibile. Perché adesso crederci è quasi d’obbligo.