L’azzurro cucito sulla pelle, subito fondamentale dal suo approdo a Napoli, un impatto figlio della stoffa che il mancino di origini bergamasche, timido ma non troppo, non lesina dal mostrare sul rettangolo verde. Cinque reti in quindici presenze che smentiscono la tesi dell’impatto graduale, step by step, che non si addice a chi il talento lo vede scorrere, fragoroso, nelle proprie vene.
L’azzurro cucito sulla pelle per chi, come Manolo, con la Nazionale ha un feeling particolare: sul podio delle marcature all time della Nazionale Under 21, dodici realizzazioni in ventiquattro presenze, secondo solo a Pirlo(15) e Gilardino(19), che quella maglia l’hanno indossata per un periodo maggiore, trentasette presenze per lo juventino, trenta per il Gila. Feeling proseguito con due presenze contro Inghilterra e Albania, prime due presenze con la Nazionale maggiore. Proprio per le sfide con la compagine dei tre leoni e la Bulgaria ecco giungere la chiamata del cittì Antonio Conte, impossibile glissare sul rendimento del talento che in riva al Golfo è pronto a spiccare il definitivo volo, diventare una certezza, un simbolo del calcio italiano.
Una convocazione non è mai banale, soprattutto se a corredo di una fase importantissima della propria carriera, quale miglior modo, stasera, di celebrarla a dovere. Nel mirino c’è l’Atalanta, la squadra degli esordi, dei primi passi nel calcio che conta, ma al San Paolo entra nel vivo un’accesissima corsa Champions, non c’è spazio per i ricordi.
Edoardo Brancaccio