Segna e si scrolla tutto di dosso Josè Maria Callejon, in un’esultanza rabbiosa che ricorda vagamente una di Hamsik datata cinque anni fa e che dimostra come lo spagnolo soffrisse questa astinenza. Sono passati infatti oltre tre mesi dall’ultima rete segnata dal numero sette azzurro, che ieri è finalmente è riuscito a timbrare il cartellino.
Un periodo nero per Calletì in cui la porta sembrava davvero essersi rimpicciolita. Le occasioni fallite, le prestazioni sotto tono, i fischi del San Paolo e il futuro incerto: tutti fattori che hanno contribuito a minare la stabilità di Callejon, vero protagonista della prima parte di stagione. Un calo che aveva preoccupato tutti e un’astinenza che aveva spazientito i tifosi azzurri. Digiuno interrotto grazie al piattone al volo su assist di Insigne. Proprio quell’Insigne con cui Callejon aveva formato un’intesa invidiabile.
Per il sette partenopeo c’erano troppi fattori in ballo per non tornare a segnare, specialmente in un momento delicato non solo per lui ma anche per la squadra. Uscire dal buio, e farlo insieme ai compagni, è forse la soddisfazione migliore. Ora però bisogna ritrovare la continuità. Come quando, a cavallo tra settembre e ottobre, Calletì segnò cinque reti di fila, sfiorando il record di sei marcature consecutive appartenente a Maradona.
Ora come ora, nel rush finale del campionato, al Napoli servono i suoi goal. La soglia delle 15 marcature messe a segno lo scorso anno può essere nuovamente raggiunta, visto che Callejon oggi ha toccato quota dieci. Serve però quella continuità profetizzata già dopo la rete al Cesena, unico acuto in un 2015 di delusioni. Ora però è diverso. La fine del campionato si avvicina e l’Europa League è sempre l’obiettivo primario, raggiungibile anche e soprattutto grazie ai goal di Callejon.
Vittorio Perrone