Un pareggio tutt’altro che esaltante, al termine di una gara sofferta, permette al Napoli di staccare il biglietto per la semifinale di Europa League. E adesso Varsavia è più vicina. Se gli azzurri continuassero a giocare ad alti livelli, come fatto in Germania, credere nella vittoria finale non sarebbe affatto vietato.
PIEDI PER TERRA – Si festeggia, dunque, con moderazione. Vero che le semifinali europee mancavano dal 1989, ma non va dimenticato che la gara di ritorno con il Wolfsburg ha evidenziato alcune carenze. Lacune che, specie in virtù del 4-1 dell’andata, possono essere facilmente perdonabili. A Napoli si viaggia verso un sogno che fino a due settimane fa sembrava utopia, e che oggi sembra davvero alla portata. Attenzione, però, a non volare troppo con la mente: tra il dire e il fare c’è di mezzo una semifinale, che vedrà opposta la truppa di Benitez a una tra Siviglia, Fiorentina e Dnipro.
LA SEMIFINALE – Sicuramente la sfida con gli iberici rappresenterebbe il piatto forte di questa competizione, una sorta di finale anticipata, mentre quella con la Fiorentina risulterebbe insidiosa ma alla portata, anche alla luce del 3-0 con il quale gli azzurri hanno liquidato i viola in campionato. Più facile, ma da non sottovalutare, sarebbe la gara con il Dnipro. Al Napoli basterà la consapevolezza dei propri mezzi e qualche amnesia in meno per centrare la finale, perché se è vero che il 4-1 in terra tedesca ha mostrato tutti i pregi del contingente partenopeo, il pareggio nella gara di ritorno ne ha invece evidenziato alcuni difetti che non venivano a galla da un po’.
UN PO’ DI STORIA – Piedi per terra, sì, ma un po’ di soddisfazione non può mancare per questa qualificazione che sa di storia. Erano ventisei anni che a Napoli non si parlava di semifinali europee e adesso toccherà a Higuain e compagni riportare la Coppa all’ombra del Vesuvio. Ne va di mezzo anche l’Italia: dal 2003 il Belpaese non portava tre squadre tra le migliori otto d’Europa. Adesso sta al Napoli proseguire il cammino nel migliore dei modi, mantenendo i piedi per terra e evitando di sottovalutare gli avversari. È questo che fanno le grandi squadre.
Vittorio Perrone
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