Quattro pere e Samp a casa. Con Mihajlovic. Questo Napoli meritava di lottare per lo scudetto. Questo Napoli, capace di cancellare l’infortunio dello svantaggio e risalire la china a suon di gol, scatenato ma razionale, con un Gabbiadini impietoso e un Pipita in abito di gala, una volta di più capace di esibire l’attacco più forte del torneo, e finalmente dotato anche di una difesa accorta, nonostante l’incidente di Albiol, me lo sento mio.
Oggi più bello della Roma, della Lazio. Anche della Juve. Alla faccia dei disfattisti. Questo Napoli, non quello che per mesi ha ignorato la fase difensiva e si è autoflagellato con demenziali ricorsi al turnover. Questo Napoli, non quello che tremava davanti alle pur generose provinciali e coglieva successi e comunque esibiva prove convincenti sfidando le grandi. Questo Napoli che ha scelto l’Europa – e per fortuna le si acconcia a meraviglia – ignorando l’Italia proprio quando le cadute della Roma e una Juve a sua volta “europeizzata” potevano fargli raggiungere il tricolore. Questo Napoli ricco di talenti – che bello veder rinascere Insigne, che bello il suo gol innaffiato di lacrime – costretti a subire la mortificazione di un ritiro forzato come se fossero sciocchi dilettanti o ignobili vagabondi. Questo Napoli nel quale ho creduto sempre mentre torme di qualunquisti e sapientoni andavano lamentando la sua impotenza dovuta al braccio corto di De Laurentiis. Questo Napoli orgoglioso e bello che dividerà ancora i perditempo fra fedeli di Benitez – critici in ginocchio – e oppositori non dell’uomo o del Maestro ma delle sue leggerezze tattiche degne di un masochista: ho criticato anche duramente, oggi vedo che non è stato inutile; forse è soltanto troppo tardi ma non dimentico che solo una settimana fa ho pronosticato un gran finale di tutte vittorie.
Sento già dire dagli Irriducibili Born to Lose che ai meriti del Napoli vanno aggiunti i demeriti della Sampdoria Invisibile; che alle Grandi Qualità del Maestro Don Rafa vanno messe a confronto le modestissime virtù di Mihajlovic: io dico solo che Sinisa – a sua volta frastornato dalle informazioni di chi gli dice De Laurentiis più risparmioso e inesperto del Viperetta danzante – un Napoli così non se l’aspettava e può benissimo assolversi. E tuttavia – lo dico per mestiere non per interesse – il mio parere l’ho già espresso: un Napoli che ha imparato a cantare l’Internazionale lo affiderei a Klopp, ma siccome non conto nulla non succederà. Farei di tutto, comunque, per evitare un tecnico… bartaliano – tutto sbagliato, tutto da rifare – perché sarebbe un’altra stagione buttata. Ha solo bisogno di una correzione a centrocampo, di un campione che tuteli la difesa e lanci gli incursori. E di un portiere di lusso.
Il Napoli di oggi ha confermato di avere almeno sedici titolari e una panchina milionaria. Non c’è alibi che tenga. Ieri – udite udite – ha giocato anche Britos, s’è visto anche Jorginho. Ha sparato anche Zapata. Si facciano coraggio, i Sapientoni: questo Napoli generoso fino alla spavalderia gioca anche per loro. E quasi quasi dimentico Bilbao che m’è rimasto qui…Benitez, meglio tardi che mai.
Italo Cucci per Il Roma