Luglio 2010. Siamo nel pieno del calciomercato, la routine estiva che infiamma addetti ai lavori e tifosi. Il Napoli viene da una stagione in continua ascesa che ha portato alla conquista dell’Europa League attraverso la forza del gruppo e la grinta del subentrante Walter Mazzarri. La società azzurra progetta di allestire una squadra che non sfiguri nel ritorno in Europa dopo 14 anni.
I nomi che circolano nell’orbita Napoli come al solito sono sempre tanti. La dirigenza azzurra non si fa distrarre, e inizia a lavorare sotto traccia per acquistare un giocatore che risolva l’atavico problema del gol. Quagliarella è discontinuo e accusa “mal di pancia”, Lavezzi davanti alla porta manca costantemente di lucidità, Denis offre garanzia solo come bomber di scorta. Su chi puntare?
14 luglio 2010. Nel pomeriggio afoso di quella giornata arriva il blitz che accende il mercato azzurro: Edinson Cavani al Napoli. Bigon e De Laurentiis trovano l’intesa col presidente del Palermo Zamparini per una cifra intorno ai 18 milioni. E’ lui il prescelto dalla società, ma soprattutto da Mazzarri poiché incarna le doti dell’attaccante moderno polivalente e disposto a sacrificarsi.
La stella dell’Uruguay, il “soldato di Dio”. Un uomo casa e chiesa che fa subito sognare i tifosi. E i supporter del Palermo? Ovviamente da parte loro ci si aspetta delusione e rammarico per aver perso un pezzo da novanta. Ma nel giro di pochi giorni i forum rosanero si riempiono di commenti entusiasti e schernitori: “Cavani al Napoli? Bravo Zamparini!“, “Cavani sbaglia tre gol a partita“, “Cavani? Meglio Hernandez 10 volte!“, “Si mangia 10 gol a partita”, “I napoletani hanno fischiato Quagliarella, figuriamoci con lui!”.
A distanza di un anno, dopo i 33 gol stagionali del “Matador” e una qualificazione diretta in Champions League, sarebbe bello domandare ai tifosi del Palermo se sono ancora convinti di aver fatto un affare.
Giorgio Longobardi