Sin prisa pero sin pausa: Rafa Benitez, prima di essere un allenatore e un professore di educazione fisica, è un filosofo. Sempre in ambito calcistico, sia chiaro. Non è raro che le sue frasi siano diventate veri e propri motti in casa Napoli. Questa appena sovracitata l’ha resa sua sin dal primo momento in cui ha messo piede all’ombra del Vesuvio, rubandola a Goethe e Tolstoj. Senza fretta ma senza sosta: è così che il Napoli dovrà presentarsi a Kiev al cospetto del Dnipro e dei suoi 70 mila sostenitori. Nessuna foga, nessuna mania di assedi fin dal primo minuto. D’altronde contro il Milan gli azzurri hanno scardinato la resistenza avversaria con pazienza e astuzia. Non fraintendiamo: sbloccare la partita in avvio sarebbe un toccasana, ma nel caso in cui ciò non dovesse accadere sarebbe inutile farsi prendere dagli isterismi: calma e consapevolezza dei propri mezzi, e l’obiettivo sarà alla portata. Sin prisa in tutti i sensi, insomma.
Però Sin Pausa, perché rallentare il passo e tirare il freno a mano sarebbe un errore. Un calo di concentrazione potrebbe rivelarsi una nefandezza per i partenopei. Successe già lo scorso anno in una gara da dentro o fuori, Napoli-Porto, per la precisione. La truppa di Rafa sarà maturata? Alla trasferta di Kiev l’ardua sentenza. La speranza è quella di rivedere all’opera la squadra affamata ammirata a Trebisonda e Wolfsburg, acuti isolati in un 2015 di trasferte disastrose. Il Napoli lontano dal San Paolo spesso ha pagato un atteggiamento inopportuno sin dalle prime battute di gara: sin prisa, ma con molta molta pausa.
Senza fretta e senza sosta, ma anche con la mentalità giusta e mantenendo la concentrazione alta dal primo all’ultimo, per evitare che una rete subita un po’ per caso un po’ per ingenuità arbitrali possa condizionare l’intera partita. Pochi ingredienti che se mescolati potrebbero dare, sempre con i dovuti scongiuri, un Napoli finalista d’Europa League.
Vittorio Perrone